La Asl convoca tutti i sindaci sull'ospedale

Zavattaro: la nuova struttura non è solo della città ma del comprensorio con 45 comuni

LANCIANO. Mentre in città infuria la polemica sulla mancanza di fondi e la necessità di vendere l'area sulla quale sorge il Renzetti per costruire il nuovo ospedale, il manager Asl Francesco Zavattaro torna a convocare i 45 sindaci frentani per decidere dove realizzare il presidio. E lo fa in barba alla richiesta del sindaco Mario Pupillo di un incontro ristretto tra Comune, Asl e Regione.

È ancora scontro sul nuovo ospedale. Da un parte ci sono Asl e Regione, che spingono per la scelta di un'area fuori città sulla quale costruire il presidio. Dall'altra l'amministrazione comunale che l'area l'ha scelta, via Del Mare, e sta verificando la disponibilità dei fondi necessari per la realizzazione.

«Se per costruire il nuovo Renzetti occorrono 105 milioni di euro», calcola Gabriele Di Bucchianico (Idv), «la Regione attraverso l'ex articolo 20 ne ha a disposizione 50. Vi è una perizia della Asl, che valuta 45 milioni di euro l'attuale area. Ma quella di un tecnico comunale dice che, in realtà, non ne vale più di 10. Quindi mancano all'appello 45 milioni. Da dove escono i soldi? Dalla privatizzazione dell'ospedale e dalla vendita del Renzetti».

«La nuova struttura farà le fortune economiche dei soliti noti», taglia corto Fiorello Mastrocola, esponente di Forza nuova che propone «la costruzione di un unico centro d'eccellenza, accorpando non solo Atessa e Lanciano, ma anche Ortona, Casoli, Vasto e Gissi. Gli attuali presidi ospedalieri non verrebbero smantellati, ma riqualificati e fortemente potenziati nei servizi di pronto soccorso e rianimazione e nei servizi ambulatoriali».

La Asl, intanto, va avanti per la sua strada: il manager Zavattaro ha rifiutato l'invito del sindaco Pupillo per un incontro "ristretto" e riconvocato i 45 sindaci frentani.

«L'ospedale comprensoriale da 300 posti letto non è esclusiva di Lanciano ma deve essere frutto di una scelta condivisa con i sindaci del territorio», afferma il direttore generale, «le informazioni raccolte al ministero della salute confermano la disponibilità di una parte dei soldi necessari per la realizzazione della struttura e che per avviare l'opera occorrono risorse aggiuntive da reperire attraverso formule di autofinanziamento e la dismissione del patrimonio immobiliare».

Più che ai fondi Zavattaro guarda all'area in cui costruire il presidio che deve essere «proiettata verso le aree interne per esprimere un'offerta complementare a quella di Atessa e garantire assistenza adeguata ai cittadini del Sangro-Aventino che in passato gravitavano su Casoli. Non è in ballo una piccola struttura sanitaria riservata ai soli residenti nel centro storico di Lanciano, ma un moderno ospedale, riferimento per un'ampia parte della provincia. Per questa ragione il sindaco di Lanciano deve comprendere l'importanza di discutere e condividere le scelte con gli altri sindaci».

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