La Asl di Chieti: stop alla chirurgia poco costosa

Una circolare mette al bando 38 tipi di operazioni. Insorge Rifondazione comunista che presenta una interrogazione a Chiodi

CHIETI. Stop agli interventi chirurgici poco costosi. Nel policlinico teatino e altri ospedali della provincia liberarsi di un’appendice infiammata o di tonsille ingrossate che danno il tormento sarà sempre più difficile. Anzi impossibile stando alla circolare della Asl sottoscritta dal direttore sanitario Pasquale Flacco, dal direttore medico Giuseppe Mariotti e dal direttore del blocco operatorio Flavia Petrini. Documento che relega la chirurgia «povera» in coda alla lista delle priorità.

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Una svolta epocale nella riorganizzazione «economica» dell’azienda sanitaria locale, impegnata a far quadrare i bilanci; una batosta senza precedenti per i malati che hanno la «sfortuna» di imbattersi in patologie che non prevedono l’utilizzo di bisturi «d’oro» o «d’argento». Pazienti che, per liberarsi da un banale ma dolorosissimo alluce valgo o da una ingombrante e fastidiosa ernia inguinale saranno costretti a emigrare verso le cliniche private. Rifondazione comunista non ci sta e tenta di silurare la circolare della Asl Lanciano-Vasto-Chieti con una interrogazione del consigliere regionale Maurizio Acerbo rivolta al presidente della giunta regionale Gianni Chiodi. L’obiettivo è quello di ottenere la revoca dei nuovi indirizzi.

IL DOCUMENTO ASL. «Premesso che nell'ospedale clinicizzato Santissima Annunziata di Chieti esiste una ridotta disponibilità di sale operatorie rispetto al numero dei reparti chirurgici e alla elevata domanda assistenziale che ad esse afferisce» si legge nella circolare «si invitano i chirurghi a rivedere la pianificazione degli interventi da effettuare tenendo presente le priorità che vengono indicate».

LE PRIORITÁ. In cima alle priorità c’è la Chirurgia oncologica, in seconda posizione la Chirurgia di alta specializzazione e robotica. Al terzo posto la Chirurgia in previsione di Tipo, ovvero ricovero post-operatorio in Rianimazione. Quarta posizione per gli interventi chirurgici con peso Drg maggiore di 1.2. Restano al palo, invece, tutti gli altri interventi ritenuti «a bassa prestazione» che, per Rifondazione, rappresentano poi lo zoccolo duro della casistica.

LA LISTA NERA. L’elenco delle prestazioni a bassa remunerazione (al di sotto appunto del famigerato Drg 1.2) è composto da 38 voci. Si parla di interventi alla prostata o a utero e ovaie. Stop anche a quelli per la calcolosi renale o relativi a patologie degli arti. E molti altri.

LA BOCCIATURA DI RC. «Mentre le prime 3 priorità sono comprensibili, lo è meno la quarta» sostiene il consigliere regionale Maurizio Acerbo «nella sostanza si invitano i chirurghi, fatte salve le prime 3 categorie, ad effettuare unicamente interventi che possano "rendere economicamente alla Asl e ad evitare quelli che rendono poco, ma che rappresentano la maggior parte delle malattie per cui i pazienti si rivolgono all'ospedale. Acerbo conclude ribadendo che: «I pazienti già inclusi nei registri dei ricoveri programmati, non troveranno soluzione terapeutica presso il blocco operatorio di questo ospedale (il policlinico teatino) perché non rispondendo ai predetti criteri».

L’INTERROGAZIONE A CHIODI.

Per rifondazione la programmazione della Asl non si può basare su «principi pseudo ragionieristici, ma sulle esigenze sanitarie reali degli utenti». E, partendo dal principio che il diritto all’assistenza è garantita dalla Costituzione,Rifondazione comunista «interroga» il presidente Chiodi per informarlo, se non ne fosse a conoscenza, degli effetti collaterali indotti dalla circolare. Disagi a parte per i cittadini secondo Acerbo si andrà incontro a «una corposa mobilità passiva con un considerevole aggravio della spesa sanitaria a carico della Regione». Mentre a guadagnarci sarebbero soprattutto le strutture private che con pochi investimenti otterrebbero sostanziosi introiti.

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