La Campli e il Film Festival «Calunnie contro di me»

La moglie del sindaco replica alle accuse degli esponenti del centrodestra «Mai avuto rapporti di lavoro con la società che ha organizzato la rassegna»

VASTO. «Non ho svolto, né svolgo attività di lavoro come scrittrice della Meta edizioni». Bianca Campli, moglie del sindaco Luciano Lapenna, replica alle affermazioni di Massimo Desiati (Progetto per Vasto), Etelwardo Sigismondi (Fratelli d’Italia) e Marco Di Michele Marisi (Giovani in movimento), definendole “calunniose”.

Finita nel polverone delle polemiche sul Vasto Film Festival per aver fatto parte della giuria, la professoressa di storia dell’arte in pensione ed ex docente dell’Accademia dell’immagine dell’Aquila, non ci sta ad essere tirata in ballo dagli avversari politici del coniuge. «Si tende a far credere che ci siano interessi economici (“presta attività lavorativa”) con la società Meta srl e che ciò abbia influenzato l’affidamento del Vasto Film Festival alla stessa e quindi il mio inserimento nella giuria», ribatte la Campli, precisando che «non ho svolto né svolgo attività di lavoro come scrittrice per la Meta edizioni. Subito dopo le calunniose affermazioni ho appreso che la Meta ha organizzato la 18ª edizione del Vasto film festival. Sono stata chiamata dal critico cinematografico Paolo Menguzzi a partecipare quale componente della giuria a titolo gratuito nella selezione dei film in concorso».

Riguardo ai rapporti con la Meta edizioni, la moglie del sindaco afferma che «tre anni fa il dottor Gianfranco Smargiassi e la professoressa Letizia Stangarone mi chiesero se ero intenzionata alla realizzazione di un catalogo per una mostra da curare a Palazzo D’Avalos sulla figura e l’opera del pittore vastese Vincenzo Canci, nipote degli stessi. Lavoro da me portato a termine a titolo gratuito e poi pubblicato dalla società Meta con la quale, ripeto, non ho mai avuto rapporti di lavoro, né autonomi, né subordinato, né occasionale».

Insomma, ha lasciato il segno il Vasto Film Festival, curata quest’anno da un’agenzia pubblicitaria di Treglio, anche se tra le tante critiche sulla organizzazione e sulla procedura si distingue la posizione di Riccardo Alinovi, ex vicepresidente del consiglio comunale. «Desiati e Sigismondi, che tanto gridano allo scandalo, si sono forse dimenticati che sotto la gestione del centrodestra, con i sindaci Tagliente e Pietrocola, la rassegna cinematografica è arrivata a costare anche 800 milioni di lire?», afferma il portavoce di Codici, secondo il quale «anche durante le passate edizioni non è mai stato fatto il bando».

Anna Bontempo

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