La Parco Paglia denuncia Amico

La spa: le sue bugie rovinano immagine e futuro lavorativo di 850 persone

CHIETI. Si complica il caso giudiziario di Walter Amico, l'imprenditore pescarese barricato da ormai 8 giorni sulla ciminiera del capannone industriale di via Piaggio. Occupazione legittima per il mobiliere, ma non per la Parco Paglia, società proprietaria dello stabile che ha chiesto e ottenuto dal tribunale di Chieti la restituzione del manufatto. Stanca dei continui attacchi di Amico che comprometterebbero l'immagine della Parco Paglia e soprattutto il futuro lavorativo di 850 persone, la spa tira fuori gli artigli e assesta al mobiliere una denuncia per diffamazione.

«Considerato che Amico prosegue nelle sue false dichiarazioni nel tendenzioso tentativo di creare confusione nella vicenda della quale, giova ricordarlo, è investita la magistratura ordinaria del Tribunale di Chieti e che ha come oggetto il riacquisto del possesso di un immobile che l'imprenditore si era impegnato ad acquistare, con un preliminare stipulato nel 2007, la Parco Paglia precisa che è falso che la spa abbia concesso in comodato d'uso il capannone in questione. L'unico contratto di comodato tra le parti riguarda un'altra struttura che fu concessa nelle more del perfezionamento della compravendita, la cui stipula del definitivo sarebbe dovuta avvenire nel febbraio 2008. È falso che Amico abbia dovuto rimettere in sesto la struttura con personali investimenti, in quanto il capannone era nuovo e praticamente ultimato secondo il progetto approvato dal Comune. Inoltre» si legge nella nota inviata dalla società «va sottolineato che tutte le opere dal medesimo realizzate sono abusive ed assolutamente superflue».

La definizione di «Scatola vuota» utilizzata da Amico per definire la spa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «La società Parco Paglia» puntualizza il comunicato «è una società per azioni che dispone di un capitale sociale di 550mila euro interamente versati e la compagine societaria è formata da due Società per azioni direttamente riconducibili alla famiglia Primavera imprenditori apprezzati e attivi da oltre 80 anni nelle costruzioni, con lavori in Abruzzo e fuori regione con capitali e immobili per milioni di euro e partecipata per il 5% dalla CNA abruzzese, ossia da una delle più importanti associazioni di categoria dell' artigianato che ha condiviso e sostenuto la costruzione del complesso sin dall'inizio».

Insomma, se la società sino a ora ha incassato colpi l'avrebbe fatto unicamente per non inasprire una situazione «tanto estrema e plateale oltre che per evitare di compromettere ulteriormente le condizioni psichiche di Amico». Ieri però la decisione di dire basta con la delibera «di dar luogo al versamento della cauzione e di procedere all'esecuzione secondo giustizia».

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