La spiaggia di Casalbordino divorata di sette metri

I balneatori: «L’erosione non ci dà tregua, siamo spaventati per l’inverno» A metà ottobre manifestazione davanti al Parlamento europeo

CASALBORDINO. La crisi economica non dà tregua, l’erosione marina ad agosto ha divorato sette metri di spiaggia e in più l’Europa insiste nel voler mettere all’asta le concessioni. Gli operatori di Casalbordino non ci stanno. I rappresentanti delle associazioni Amare e Donnedamare hanno deciso di andare a Bruxelles. «Su questa spiaggia ci sono le nostre radici. La maggior parte di noi è nata sul mare. Vogliamo il nostro lavoro», dice Anna Maria Falasca.

L’estate 2013 è stata una stagione terribile. La peggiore degli ultimi 30 anni. La crisi ha ridotto drasticamente il numero di turisti. I capricci meteo hanno scoraggiato i residenti. Neppure l’iniziativa dell’ “Ombrellone solidale” è riuscita a portare clienti. L’unico a crescere e ad avanzare è stato il mare.

«L’erosione non ci ha dato tregua», dicono gli operatori. «Alcuni stabilimenti balneari sono diventati palafitte. I pilastri sono rimasti in acqua anche a luglio. Ad agosto avevano sette metri di spiaggia in meno», dice la Falasca. Inevitabili le ripercussioni economiche sull’intero sistema turistico.

L’associazione Amare ha ricontattato la Regione. Pescara assicura che la questione è al vaglio delle autorità competenti. Il mare, però, continua a divorare metri di spiaggia da Torino di Sangro a Vasto. E l’inverno è alle porte con il suo fardello di problemi.

«Molte strutture ormai sono palafitte tutto l’anno ma il mare sta mettendo a rischio anche i pilastri. Durante l’inverno alcuni locali finiscono sott’acqua», raccontano gli operatori casalesi.

Raschiando il barile gli operatori cercano di trovare fondi per risistemare le strutture e sono a caccia di iniziative che riescano ad attirare clienti. Ma all’orizzonte appare un altro spauracchio: le aste annunciate dal governo per l’assegnazione delle concessioni. «La legge è europea e allora noi andremo a Bruxelles dopo essere passate per Rimini», annuncia la Falasca. «Fra qualche giorno sono in programma convegni in Romagna per discutere dei problemi che attanagliano la nostra categoria. Noi ci saremo. A metà ottobre andremo a Bruxelles e chiederemo di parlare con qualche rappresentante del parlamento. Questa è casa nostra. Siamo disposti a fare investimenti per migliorare l’ambiente, contrastare l’erosione. Non ci spaventano i sacrifici. Vogliamo però certezze», conclude la portavoce dell’associazione Donneadamare. (p.c.)

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