La trans ferita ora vuole 100mila euro di danni 

La 21enne accoltellata si costituisce parte civile nel processo per tentato omicidio Il dentista respinge le accuse: «È stata lei ad aggredirmi, mi sono solo difeso»

CHIETI. Centomila euro di risarcimento per «i danni fisici e morali subiti». È la richiesta di Silvana Valencia Villanueva: ieri mattina la transessuale colombiana di 21 anni, accoltellata lo scorso febbraio dopo un festino a base di sesso e cocaina, si è costituita parte civile durante l’udienza preliminare in cui è imputato il dentista Ottavio Esposito, 30 anni, accusato di tentato omicidio. Il giudice Isabella Maria Allieri ha disposto il rinvio al 23 gennaio per permettere al nuovo co-difensore dell’imputato, l’avvocato Giuliano Milia, di partecipare all’udienza. I legali del dentista, assistito dalle ore successive all’arresto dagli avvocati Cristiano Sicari e Antonello D’Aloisio, sono orientati a presentare la richiesta di rito abbreviato condizionato a una perizia medico-legale. Una scelta processuale che, in caso di condanna, prevede lo sconto di un terzo della pena. Ieri Esposito, ancora ai domiciliari, non si è presentato in tribunale. C’era invece Silvana Villanueva, in tailleur verde petrolio, accompagnata dall’avvocato Pasquale D’Incecco. Quella notte, secondo l’accusa del pm Marika Ponziani (ieri in aula c’era il pm Giancarlo Ciani), il dentista aggredì la transessuale con calci e pugni e ferendola con un coltello in varie parti del corpo. La prostituta, in base alle indagini dei carabinieri di Chieti Scalo e del nucleo operativo e radiomobile teatino, «dopo aver opposto una strenua difesa», riuscì a fuggire dall’appartamento di viale Benedetto Croce lasciandosi cadere e rotolando da una rampa di scale.
Esposito respinge le accuse e sostiene di essersi difeso da un’aggressione. Per un altro imputato, Danilo Di Giulio, 31 anni di Chieti, il gup ha disposto lo stralcio della posizione per un difetto di notifica: a Di Giulio dovrà essere consegnato di nuovo l’avviso di conclusione delle indagini. L’uomo è accusato di favoreggiamento perché avrebbe aiutato Esposito a cancellare le tracce del reato. Lo avrebbe ospitato nella propria abitazione dove gli diede abiti puliti al posto di quelli macchiati di sangue, consentendogli di nascondere sia i vestiti che il coltello usato per l’aggressione. Il 31enne, in concorso con Esposito, deve rispondere anche di aver acquistato e detenuto illecitamente cocaina e di aver ceduto in modica quantità lo stupefacente alla Villanueva e, «in quantità non determinata esattamente», a Roberta Carnassale, 38enne teatina, che pure è imputata. Quest’ultima, a sua volta, avrebbe consegnato la droga a terze persone che non sono state mai identificate. «Il comportamento di Esposito», scrive l’avvocato D’Incecco nell’atto di costituzione di parte civile, «ha compromesso l’integrità morale e fisica della Villanueva, con gravi ripercussioni sulla sfera emotiva». Da qui la richiesta di risarcimento dei danni quantificati in 100mila euro. Dal fascicolo sul tentato omicidio è nata un’altra inchiesta su un giro di spaccio a Chieti Scalo che ha portato ad arresti, sequestri e denunce.