Lanciano, gioca con i videopoker mentre è al lavoro: dipendente assolto perché ludopatico

Per il giudice non ha truffato il Comune: era in tabaccheria per comprare le caramelle ma non ha resistito alle macchinette

LANCIANO. Non ha truffato il Comune. G.D., 59 anni, dipendente comunale in servizio alle attività produttive, è stato assolto con formula piena perché il fatto non costituisce reato. Si chiude così il primo processo ai “furbetti del cartellino”, ovvero i dipendenti che sarebbero stati sorpresi fuori dal proprio ufficio dopo aver timbrato l’ingresso a lavoro. Sono cinque i casi finora approdati nelle aule del tribunale. L’accusa per G.D. (già riassunto dal giudice del lavoro), come per gli altri dipendenti a processo, è di truffa aggravata dall’essersi procurato un ingiusto profitto, pari alla retribuzione, per il servizio non svolto.

Il 2 gennaio 2014 l’uomo è stato sorpreso dal sindaco Mario Pupillo alle 15,50, orario in cui avrebbe dovuto essere in ufficio, a giocare al videopoker nella tabaccheria di fronte a Palazzo di Città. Il dipendente aveva timbrato il cartellino alle 14,59 per il rientro pomeridiano, poi era uscito senza timbrare di nuovo il cartellino. Da qui l’accusa di truffa ai danni del Comune. L’uomo si sarebbe procurato un ingiusto profitto, pari alla retribuzione per l’ora di servizio non svolto (una cifra pari a 8 euro), inducendo in errore il Comune sulla regolarità della sua presenza in ufficio. L’accusa ha chiesto la condanna a 8 mesi di reclusione e 800 euro di mula.

Alla richiesta di condanna e risarcimento danni al Comune si è associato l’avvocato dell’ente, Giovanni Carlini. Ma la difesa dell’uomo, affidata all’avvocato Filippo Paolini, è riuscita a convincere il giudice Cleonice Cordisco dell’innocenza del dipendente. «Non si tratta di quegli assenteisti che andavano a fare la spesa o al mare, anziché lavorare», ha argomentato Paolini, «il dipendente era uscito per comprare le caramelle. Diabetico, aveva avuto un calo glicemico. A lavoro dalle 8 alle 14 è rimasto in ufficio per finire i pass dei diversamente abili mangiando un panino. Alle 15 ha ripreso a lavorare. Ma, essendo affetto da diabete mellito, ha avuto un calo glicemico. Ha chiesto ai colleghi se avessero delle caramelle, ma non avendole gli hanno consigliato di uscire a comprarle nella tabaccheria di fronte al Comune. Una volta dentro la tabaccheria, essendo ludopatico, nell’attesa di prendere le caramelle, non ha resistito a giocare alle macchinette».

In quel momento sarebbe entrato il sindaco Pupillo. Paolini ha mostrato certificati sulle condizioni di salute di G.D. e spiegato che, se avesse voluto frodare il Comune, sarebbe andato in un bar lontano dall’ente a giocare, non a pochi metri. «Non c’era la volontarietà di truffare e arrecare danno», ha concluso Paolini. L’avvocato Carlini attenderà le motivazioni e poi valuterà se ricorrere o meno in appello.

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