Lanciano, per la morte di Angelo 200mila euro ai familiari

Il giovane annegò durante la festa all’hotel: prescritto il reato per il gestore del catering. Ma la Corte di Perugia conferma il risarcimento danni per genitori e nonni

LANCIANO. Reato prescritto, ma conferma del risarcimento danni alle parti civili di 200.000 euro che era stato deciso in appello all’Aquila. È la sentenza della Corte di appello di Perugia nei confronti di Rocco Olivieri, gestore nel 2006 del catering dell’hotel Villa Medici e a processo per l’omicidio colposo di Angelo Di Menno Di Bucchianico. Il 17enne, nella notte tra l’8 e il 9 agosto 2006, morì per annegamento nella piscina dell’hotel, dove si trovava con gli amici per festeggiare il compleanno di una ragazza.

Ennesimo capitolo, doloroso, di una vicenda giudiziaria che va avanti ormai da 11 anni. Due gli imputati per la morte del giovane musicista, Fabio Cozzolino e Rocco Olivieri, all’epoca rispettivamente titolare e gestore del catering dell’hotel. Il tribunale di Lanciano, in primo grado, assolse i due con formula piena. Poi i genitori del ragazzo, assistiti dall’avvocato Alfonso Ucci, e la Procura fecero ricorso in appello all’Aquila. La Corte ribaltò la sentenza di primo grado e li condannò entrambi a otto mesi di reclusione, pena sospesa, e a 200mila euro di risarcimento a titolo provvisionale alle parti civili, i genitori e i nonni del giovane. Nel 2013 si è arrivati in Cassazione, che ha confermato la condanna per Cozzolino e annullato la sentenza d’appello per quanto riguarda la posizione di Olivieri, rimandando gli atti alla Corte d’appello di Perugia.

Ora la sentenza della corte perugina: «non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato e conferma delle statuizioni civili rese dall’appello dell'Aquila in materia risarcitoria». I giudici sembrano aver riconosciuto, malgrado abbiano stabilito il non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato, la corresponsabilità di Olivieri nella morte del giovane Di Menno Di Bucchianico e, quindi, l’imposizione della nuova condanna al pagamento del risarcimento danni. Una condanna, per la parte del risarcimento, arrivata nonostante le richieste di assoluzione da parte del procuratore generale Giuliano Mignini (che fu procuratore anche nel caso dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher) e del legale di Olivieri, Alessandro Troilo. Questi è pronto a ricorrere in Cassazione. «Le motivazioni saranno rese note tra tre mesi», spiega l’avvocato Troilo, «ma presenterò senza dubbio ricorso in Cassazione perché la corte perugina non ha rispettato le indicazioni della Cassazione, ovvero di fare accertamenti, tra i quali quello di verificare se il mio assistito aveva obblighi giuridici per la festa».

Angelo, studente dell’istituto tecnico commerciale e musicista dell’Alexian Group di Santino Spinelli, nella notte tra l’8 e il 9 agosto 2006 era all’hotel Villa Medici per la festa di 18 anni di un’amica di San Vito. Si tuffò nella piscina esterna dell’hotel con una quindicina di ragazzi, ma non riuscì più a riemergere. Nessuno degli amici si accorse della tragedia. Il corpo senza vita dello studente fu scoperto intorno alle 2 sul fondale della piscina. La famiglia, attraverso il legale Ucci, ha sempre sostenuto che Angelo sapesse nuotare e che l’origine della morte fosse da attribuire al fatto che la piscina fosse completamente incustodita, anche se liberamente accessibile.

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