Lanciano, rischio frane per 4 case, isolate le rimesse agricole

Il versante sottoposto a lavori di consolidamento della Provincia mai conclusi Italia Nostra: «Il Comune ha ordinato di stare lontani venti metri da quel luogo»

LANCIANO. In bilico, aggrappate a un sottilissimo pezzetto di terra, a un passo dal baratro. Sono le condizioni in cui versano alcune abitazioni di Santa Giusta, sul versante che dal 2003 è oggetto di frane e smottamenti e dal 2004 anche dei lavori di consolidamento della Provincia. Lavori, però, mai conclusi. Con la pioggia dei giorni scorsi ci sono stati altri smottamenti e il fenomeno franoso attivo sul crinale nel perimetro della zona ad alto rischio idrogeologico, si è aggravato. «Ci sono stati spaventosi distacchi, fratture e scollamenti di terreno sul crinale della scarpata adiacente la “gunite”», racconta Pierluigi Vinciguerra presidente della sezione frentana di Italia Nostra, che ha chiesto l’intervento di Comune e Provincia per verificare le condizioni di sicurezza della zona dove la Provincia ha effettuato lavori di consolidamento, ancora in corso, con l’impiego di micro-pali e cordoli in cemento armato. «Ci sono almeno 4 abitazioni a rischio», riprende Vinciguerra, «il Comune con geologi e tecnici ha fatto un sopralluogo e per tutta risposta ha emesso un’ordinanza in base alla quale non possiamo andare nel retro delle case, nelle cantine sotto cui si stanno aprendo dei baratri, perché dobbiamo stare a 20 metri dalla frana. E non può fare altro perché spetta alla Provincia intervenire. Se nessuno si muove, subito, si rischia di annullare quanto fatto dalla Provincia con i lavori di consolidamento che però si perdono nella notte dei tempi (avviati 9 anni fa i lavori hanno interessato 27 cantieri, 26 dei quali sono ancora aperti perché senza collaudi, ndc) hanno mostrato crepe, tanto che il muro di contenimento ha ceduto con le piogge ed è stato ricostruito con una seconda gabbionatura, ma sta comunque reggendo ancora parte del terreno».

Si dovrebbero montare dei teli e fissarli ai cordoli con costi che si aggirano sui 30mila euro: i soldi non ci sono, ma devono essere trovati perché con le piogge si sono aperti baratri che hanno portato a valle le poche querce che mantenevano queste parti di crinale.

«La situazione è grave», dice Vinciguerra, «e se si verificherà un’altra pioggia alcuni edifici rischiano, senza difesa, di precipitare a valle».

Teresa Di Rocco

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