la truffa

Lanciano, rubano 250mila euro all’amico disabile: denunciati

Indagati in sei per circonvenzione di incapace: avrebbero ottenuto soldi, assegni e due auto

LANCIANO. In sei gli avrebbero spillato 250mila euro in soli cinque mesi, facendogli firmare assegni in bianco, facendosi comprare due auto e consegnare somme in contanti. Lo avrebbero circuito approfittando del fatto che aveva gravi patologie psichiche e fisiche. I genitori del giovane, deceduto circa due anni fa a soli 23 anni, hanno così sporto denuncia per circonvenzione di incapace. Il caso è approdato davanti al giudice per le udienze preliminari, Marina Valente, che a giugno, una volta analizzati gli assegni, dovrà decidere se quelli che il ragazzo definiva amici, in realtà lo avrebbero usato solo come un bancomat vivente; se gli hanno davvero sottratto con l’inganno 250mila euro come sostenuto dai genitori, che si sono costituiti parte civile, rappresentati dall’avvocato Alessandro Morgante di Chieti.

In sei sono finiti nell’inchiesta della Procura e attendono la decisione del giudice, prevista il prossimo 6 giugno: N.B., 41 anni, di Lanciano, rappresentato dall’avvocato Mauro Vastano; V.C., 35 anni, di Poggiofiorito, difesa da Federica Petrazzi di Chieti; S.D.I., 44 anni, M.C.D.I., 49 anni, e A.R., 41 anni, tutti di Lanciano, e G.S., 49 anni, di Avezzano, tutti rappresentati dall’avvocato Domenico Frattura. Per le difese non c’è stata alcuna circonvenzione: il giovane era conscio di quello che faceva. Ma per la Procura e i genitori i sei si sarebbero presi gioco del ragazzo: questi “amici” sarebbero entrati nella sua vita solo nel novembre 2012, quando ricevette 350mila euro di risarcimento danni per un incidente subito nel 2008. Prima di allora di loro non vi era traccia. E da dicembre 2012, quando incrociarono la strada del giovane, ad aprile 2013, riuscirono a ottenere da lui (affetto da gravi patologie psichiche e fisiche, invalido civile al 67%, dipendente da farmaci e alcol) soldi, elargizioni di denaro contante, titoli bancari e beni voluttuari, tra cui due auto, per un totale di 250mila euro. «E sarebbero spariti anche i 100mila euro rimasti se non fossero stati vincolati», sostengono i genitori nella denuncia, «M.C.D.I. accompagnò nostro figlio in banca per ottenerne lo svincolo che per fortuna non si poteva fare».

Per i genitori N.B. e V.C. erano gli “amici” che più beneficiarono dei soldi del figlio, visto che ebbero anche il carnet di assegni del conto postale a totale disposizione. S.D.I. ricevette un’Alfa Romeo 156, A.R. 40mila euro per ristrutturare un locale. Insomma, ognuno di loro avrebbe ottenuto qualcosa da quell’amico fragile diventato “ricco” per un incidente che gli procurò problemi fisici ulteriori rispetto a quelli che già aveva e che nel dicembre 2013 morì.

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