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Lanciano, terza falla all’acquedotto: a secco 50mila utenti

Nuova frana a Torre Marino sulla conduttura Castel Frentano-Lanciano. Scutti (Sasi): deviamo l’attuale percorso creando un raccordo di 300 metri

LANCIANO. Torre Marino continua a franare e lo smottamento causa altre rotture nella condotta idrica Castel Frentano-Lanciano. I tecnici Sasi da giorni non fanno in tempo a sistemare un tratto dell’acquedotto, lavorando giorno e notte, che devono intervenire in un altro punto. È di ieri il terzo guasto in tre giorni. Anzi, un doppio guasto che ha lasciato di nuovo all’asciutto i rubinetti di alcune contrade di Lanciano e dei Comuni fino ad Ortona, ma anche i Comuni interni verso Poggiofiorito-Villamagna. Insomma questa volta il duplice danno ha coinvolto almeno 50mila utenti. Identico il problema che stanno soffrendo 30 mila abitanti del Pescarese con la rottura dell'adduttrice del Tavo, a causa di una doppia frana verificatasi a Farindola.

leggi anche: Nuova frana sulla condotta, continua l'emergenza idrica I tecnici dell'Aca non hanno fatto in tempo a risolvere il problema della rottura di ieri che stamattina a Farindola, sull'adduttrice Tavo, c'è stata una nuova rottura: dieci Comuni ancora senz'acqua, 35 mila abitanti a secco

«La rottura è sempre sulla condotta principale di Castel Frentano», spiega il presidente della Sasi, Domenico Scutti, «ma è stata duplice: sia sul tratto sul quale siamo già intervenuti, ossia Castel Frentano-Lanciano, sia su quello che porta l’acqua anche verso Poggiofiorito-Villamagna». I comuni coinvolti quindi sono quelli di Lanciano, Fossacesia, Frisa e Guastameroli, Mozzagrogna, Ortona, Rocca San Giovanni, San Vito, Santa Maria Imbaro e Treglio e quelli di Ari, Arielli, Canosa Sannita, Crecchio, Giuliano Teatino, Poggiofiorito, Ripa Teatina, Vacri, Villamagna. «Il tratto di acquedotto Castel Frentano-Lanciano», sottolinea Scutti, «in località Torre Marino va sostituito totalmente». Una soluzione, drastica quella della Sasi, l’unica che può evitare che ogni giorno i tecnici debbano intervenire, sospendere il servizio idrico ad oltre 50mila utenti e tamponare un tratto dell’acquedotto. «Abbiamo già trovato la soluzione», riprende Scutti, «ossia deviare la condotta dal tratto in cui passa ora. Si tratta di realizzare una deviazione di ben 300 metri, non un piccolo raccordo, che aggiri il tratto in frana a Torre Marino. Stiamo già acquisendo i terreni, le servitù di passaggio. Abbiamo trovato dei privati ben disposti ad accettare di far passare i tubi. In tempi record stiamo acquisendo terreni e preparando i lavori che quando inizieranno ci costringeranno a togliere l’acqua di nuovo. Faremo di tutto per evitare il più possibile disagi agli utenti che saranno informati per tempo e a cui chiediamo pazienza».

Ieri l’acqua è andata via dalle 16 per alcune ore a Lanciano, per quasi tutta la notte negli altri Comuni, per un altro intervento tampone in attesa dei lavori più grandi - la deviazione di 300 metri - che dovrebbero iniziare tra qualche giorno. Rotture permettendo.

Ma non sono “solo” le condotte idriche a cedere a causa delle frane, ci sono anche le strade. L’alluvione dei giorni scorsi ha frantumato le strade. Tante le vie ancora chiuse nel Frentano e tanti i disagi per gli automobilisti, e non solo. E sulla questione delle strade colabrodo interviene anche l’associazione “Miral-Servizi al cittadino e alle aziende” che ha scritto al sindaco Mario Pupillo per chiedere un intervento immediato. «Col maltempo di questi giorni le strade risultano ancora più danneggiate, con profonde buche e dislivelli», scrivono Miriam Casturà e Alex Caporale, di Miral, «con danni e pericoli per automobilisti e non solo. Chiediamo, per l’incolumità dei cittadini, che l’amministrazione comunale intervenga il più presto per riportare le strade a un livello accettabile di manutenzione anche per impedire che vengano presentate domande di risarcimento danni di cittadini con esborso di denaro pubblico che potrebbe essere destinato a ben altre ed urgenti opere».

Teresa Di Rocco

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