Lapenna: sono pronto a dimettermi

Il sindaco del Pd avverte la maggioranza: se non passa il bilancio si torna alle urne

VASTO. «Non esiterò un attimo a dimettermi se mi dovessi rendere conto di non avere i numeri sufficienti per continuare ad amministrare». E’ con questa dichiarazione che il sindaco Luciano Lapenna, Pd, sbarra la strada al pressing sulle nomine Pulchra. Il rinnovo delle cariche con la mancata conferma del presidente, Enrico Tilli, Pd, è per l’Udeur la condizione per votare il bilancio di previsione 2010.

Lo strumento contabile è uno dei punti all’ordine del giorno del consiglio comunale fissato ieri, ma slittato ad oggi (ore 9.30) in seconda convocazione. Un clima carico di fibrillazione e di tensioni ha accompagnato la vigilia dell’assemblea civica chiamata ad approvare anche il piano triennale delle opere pubbliche 2010-2012, le modifiche al regolamento della polizia municipale e il piano delle alienazioni immobiliari. Un banco di prova importante per l’amministrazione Lapenna. Dalle truppe ridotte ormai al lumicino del Partito democratico arrivano segnali rassicuranti sulla tenuta della maggioranza rimasta con sedici consiglieri (a fronte dei quattordici presenti nei banchi dell’opposizione) dopo l’uscita di Giuseppe Di Paolo, Alessandro La Verghetta e Nicola D’Adamo (ex lista Forte ed ex Uniti per Vasto), che hanno costituito il gruppo di Alleanza per l’Italia (Api).

Tranquillo, ma risoluto appare il primo cittadino.
«Sanno tutti, come ho già avuto modo di precisare in più occasioni, che non esiterò a dimettermi qualora dovessi accorgermi di non avere i numeri sufficienti per amministrare», dice, «e saranno dimissioni irrevocabili. Non mi faccio tirare per la giacca da nessuno», conclude con un tono che non ammette repliche.

Il riferimento è alle polemiche sulle nomine Pulchra che tengono banco da settimane in città.
Riccardo Alinovi (Udeur) chiede che il sindaco faccia chiarezza sul rinnovo delle cariche e non confermi Tilli alla presidenza della società mista in cui il Comune è socio di maggioranza con il 51% del pacchetto azionario. «In caso contrario voterò contro il bilancio», è il suo ultimatum.
L’altra posizione in bilico è quella di Giuseppe Napolitano (Pd-indipendente), che di Tilli è il cognato.

Insomma, la situazione politica è delicata.
I mal di pancia non mancano, ma il sindaco, sa comunque di poter contare su un gruppo di fedelissimi che, almeno in questa occasione, non farà venir meno il suo supporto all’amministrazione. E’ quindi probabile, alla fine, che lo strumento contabile passi l’esame dell’aula solo grazie ad uno o due voti. In queste condizioni però ci sarà sempre qualcuno che farà pesare sul piatto del bilancia il suo sostegno per ottenere qualcosa in cambio. Intanto l’opposizione di centrodestra annuncia il voto contrario al bilancio di previsione.
«Non c’è alcuna scelta strategica», taglia corto Guido Giangiacomo, consigliere comunale del Pdl, «e non stupisce visto che non ci sono state neanche nei precedenti quattro anni di amministrazione Lapenna. E’ un bilancio corrente, tanto per tirare a campare».

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