Maltrattamenti a scuola, ok alle parti civili 

San Salvo. Il gip Pasquale accoglie la richiesta di 20 famiglie dei ragazzini: responsabilità estesa al ministero

SAN SALVO. Prima udienza preliminare ieri mattina davanti al gip Fabrizio Pasquale, per la maestra di San Salvo accusata di maltrattamenti a scuola. Gli avvocati dei genitori dei piccoli alunni che frequentavano la classe in cui insegnava l’indagata hanno presentato la costituzione di parte civile chiedendo l’estensione della responsabilità civile al ministero della Pubblica istruzione. Dopo essersi ritirato per valutare la richiesta, il giudice Pasquale è tornato in aula e ha annunciato alle parti l’accoglimento della richiesta. A questo punto l’udienza è stata aggiornata al 16 gennaio 2020 per permettere al ministero di essere rappresentato in aula. Le famiglie che hanno di deciso di costituirsi parte civile sono venti. A rappresentarli sono gli avvocati Clementina De Virgilis, Claudia D’Alò e Antonello Cerella.
Ad accusare l’insegnante sarebbero dei filmati realizzati all’insaputa dell’insegnante dai carabinieri nell’aula in cui la donna stava con bambini. Le immagini, a giudizio del sostituto procuratore Michele Pecoraro, raccontano la condotta talvolta vessatoria e violenta della maestra nei confronti di un’intera classe. L'accusata, che è assistita dall’avvocato Alessandra Cappa, ha sempre negato di aver usato violenza con i piccoli. La difesa ha parlato di educazione rigida ma niente affatto violenta. Nella richiesta di rinvio a giudizio la Procura ha elencato atteggiamenti quantomeno discutibili e in qualche caso gravi. Il capo d’accusa parla di “reiterati atti di violenza fisica e psicologica”, nonché di maltrattamenti dei piccoli alunni di età compresa fra i due e i sei anni a lei affidati per ragioni di educazione. I piccini sarebbero stati sottoposti “con frequenza quasi quotidiana”, spiega ancora l’accusa, “a continue sofferenze fisiche e umiliazioni morali, esigendo comportamenti inadeguati per la loro età, inveendo contro di loro mediante urla e ingiurie e mortificandoli in caso di qualsiasi manifesta difficoltà dei bambini nel rispettare le sue direttive, strattonandoli, percuotendoli con schiaffi sulla nuca o sul capo, instaurando durante le sue ore di presenza un clima di tensione e paura nei bambini vittime o spettatori delle azioni poste in essere”.
Gli episodi più gravi si sarebbero verificati dall’ 8 al 29 gennaio del 2019. “Con l’aggravante”, sostiene il pm, “di aver commesso i reati con abuso di autorità in danno di minori e all’interno di un istituto di istruzione”. (p.c.)
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