Marciapiedi e scalini La via crucis di disabili e mamme

LANCIANO. Fiere, musica e miracoli, ma non è un paese per disabili Lanciano.  Le barriere architettoniche sono ovunque, così come tanti sono i chilometri di strade e marciapiedi dissestati, inaccessibili perfino per chi ha l'uso di entrambe le gambe.  E se le mamme con i carrozzini protestano perché è estremamente difficile districarsi tra i saliscendi dei percorsi pedonali, gli stessi gradini e gli stessi ostacoli assumono contorni tragici se li si guarda da una carrozzella.  «Il centro servizi culturali dove lavoro», denuncia Nicolino Di Domenica, responsabile del Progetto di Vita Indipendente onlus, «non ha un bagno per disabili e l'ufficio dei servizi sociali non ha l'ascensore, come si fa a raggiungerlo?».  Ma i bagni per disabili non ci sono nemmeno nella sede della polizia municipale, in quella della Provincia, nel reparto di ortopedia dell'ospedale Renzetti, negli uffici Aipa.

Proprio la sede dell'ufficio di via Romagnoli, concessionaria del comune, è stata oggetto di numerose critiche da parte degli utenti a causa di un marciapiede altissimo che ostacola l'ingresso.  In quegli uffici infatti non c'è solo l'Aipa che riscuote le sanzioni per le infrazioni al codice della strada, ma vi si pagano anche tasse comunali come Icp, Ici, Tarsu, Tosap e affissioni.  Accade spesso che chi è sulla sedia a rotelle debba pagare le tasse per strada chiedendo ad un impiegato di uscire dall'ufficio.

Stesso disagio nella farmacia comunale di viale Cappuccini. I gradini all'ingresso sono scomodi perfino per gli anziani.  Anche qui accade che i farmacisti debbano uscire fuori dal locale per ritirare le ricette di persone non autosufficienti o sulla sedia a rotelle.  E quasi la totalità delle banche cittadine non ha l'accesso per disabili ai bancomat.  «Non ci sono solo barriere architettoniche in città, ma barriere mentali», commenta amaramente Cinzia Di Sebastiano, presidente Aias, «il problema investe tutti i servizi, soprattutto quelli di aiuto alla persona.

Spesso negli stessi centri di riabilitazione non si ha la sensibilità per concepire il disabile come una persona. Il disabile è un cittadino che deve poter essere messo nella condizione di potersi muovere da solo», insiste la Di Sebastiano, «invito gli amministratori a passare una giornata in carrozzella a Lanciano, scoprirebbero lacune e barriere».  Il Progetto di Vita Indipendente, portato avanti dai due rappresentanti, Di Domenica e Di Sebastiano, è una nuova filosofia che propone il protagonismo della persona con disabilità. 

E' il disabile che sceglie e decide la qualità della propria vita e i criteri migliori per venire incontro ai propri bisogni.  Il progetto è stato approvato in via sperimentale dalla comunità montana medio sangro, ma non nel comune di Lanciano che tuttavia, per voce dell'assessore alle Politiche sociali Angelo Palmieri, ha promesso di interessarsene anche in sede regionale, nel prossimo piano di zona.

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