Mater populi teatini Crescono le nuove povertà e aumentano le richieste

Emergenza nella casa d'accoglienza della Caritas che non riesce a soddisfare le domande di ospitalità

CHIETI. Il tepore di una casa e la certezza di non essere soli. Rappresenta questo la Mater Pupuli Teatini, casa d'accoglienza della diocesi, gestita dalla Caritas, che dall'inizio dell'anno ha ospitato 180 persone e negli ultimi sette almeno 1200. Ma ora è emergenza. «Con la chiusura del dormitorio femminile di Pescara e di quello misto della Provincia della stessa città costiera», dice Mario Olivieri, responsabile della Casa teatina, «accogliere tutte le persone che ne hanno bisogno è impossibile».

«Nell'area metropolitana», continua Olivieri «sono attive solo due strutture, per circa 40 posti complessivi».  Troppo poco per un territorio che continua a intercettare flussi migratori sempre più consistenti e conosce la povertà della porta accanto. «Sono aumentati molto», continua Olivieri, «i casi di teatini che hanno difficoltà ad arrivare alla terza settimana del mese».  Risorse economiche che assicurano la sussistenza per solo il 50 per cento del necessario. «L'ultima storia che è arrivata da noi», racconta Olivieri, «è di un padre di 38 anni con tre figli a carico e con nucleo familiare monoreddito.

Tra un mese perde il posto di lavoro. Dopo è il baratro. Non riusciamo ad aiutarli, anche perché è difficile trovare lavoro».  Nella casa di accoglienza. poi, è ospite oggi una donna con il proprio figlio, che è quarta in graduatoria per l'assegnazione di un alloggio popolare. La punta dell'iceberg di un abisso di povertà. «Serve una rete efficace istituzionale e associazionistica», conclude Olivieri, «per tamponare una crisi che rischia di arrivare al punto di non ritorno».  La vita nella casa continua. Mentre il taccuino annota, arriva dalla cucina profumo di pranzo.

Odori diversi, di ricette multietniche. La dimora offre dai 15 ai 18 posti letto, ma spesso arriva anche a 20-22. Gli ospiti sono per lo più giovani e con grado di istruzione medio-basso. In genere cercano lavoro e casa, o sono in attesa di una dimora dal Comune o, ancora, devono assistere parenti ricoverati in ospedale e in casa di cure private. Possono essere anche giovani che hanno terminato un percorso di recupero e scelgono di reinserirsi senza tornare nelle zone di provenienza, o, infine, vittime di tratta.

La casa li accoglie per massimo un mese, salvo eccezioni. Molti cittadini stranieri arrivano dai nuovi paesi membri dell'Europa come Romania, Bulgaria e Polonia, molti altri dai classici paesi d'immigrazione: Marocco e Albania. Per loro c'è un'accoglienza attiva, che significa anche corsi di lingua italiana, servizi d'informazione ed accesso ai diritti, in particolare sul permesso di soggiorno e sulle problematiche sanitarie.

Così come sono attivi corsi di cucina, decoupage e pittura, curati dai volontari. Proficua è la collaborazione con l'ufficio immigrazione della questura, lo sportello unico per l'immigrazione della prefettura, il centro servizi immigrati del Comune, il centro interculturale "Mondo Famiglia" dello scalo e il centro immigrati della Provincia. Info: www.materpopuliteatini.it o telefonare allo 0871349406.

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