Medici e Asl condannati per omicidio colposo

Mancata diagnosi di un tumore: un anno di reclusione e risarcimento

VASTO. Un anno di reclusione e il pagamento di una congrua provvisionale. E' la pena inflitta dal tribunale di Vasto a tre medici in servizio nel 2001 all'ospedale San Pio. Per i giudici la mancata e corretta diagnosi di una recidiva tumorale al cervello avrebbe provocato la progressiva invalidità e la morte di un assistito all'epoca dei fatti sessantenne.

Affetto da un pineocitoma al cervelletto, un tumore che a parere degli esperti si riforma con facilità, G.G., stimato professionista vastese, è morto nel 2005 dopo 4 anni di atroci sofferenze. «Ormai era ridotto allo stato vegetativo», ricordano commossi i familiari.

Colpito da un tumore nel 1991 e subito curato, l'uomo per nove anni ha vissuto serenamente. Sembrava perfettamente guarito. Nel 2001, purtroppo, sono ricomparsi i sintomi della malattia. L'uomo è andato in ospedale per fare gli opportuni accertamenti.

Gli esami a cui il paziente è stato sottoposto non avrebbero individuato la massa tumorale ricresciuta nella parte sinistra del cranio, sotto il cervelletto. Secondo l'accusa i medici avrebbero omesso di sottoporre il paziente a una Tac con mezzo di contrasto, l'unico esame in grado di diagnosticare correttamente la patologia.

Le condizioni del malato sono ben presto peggiorate. Al punto che i familiari hanno ritenuto di dover far eseguire nuove analisi fuori regione. E stavolta è arrivata la terribile diagnosi. Ma ormai era troppo tardi.

La famiglia di G.G. ha denunciato la Asl e i medici che avevano assistito il paziente per lesioni aggravate. Dopo la morte dell'uomo, nel 2005, l'accusa è diventata di omicidio colposo. Tre i medici condannati: A.A., D.L. e P.L..

I magistrati, dopo una lunga camera di consiglio, hanno ritenuto di dover accogliere le richieste del pubblico ministero, Giancarlo Ciani, e degli avvocati degli eredi dello sfortunato paziente, i legali Alessandro e Massimiliano Santulli di Vasto, Fabio Ferrara di Pescara e Daniele Dicoli di Bologna.

Gli imputati sono stati condannati a un anno di reclusione e la Asl al risarcimento delle parti civili. I difesori dei medici annunciano ricorso in appello. (p.c.)

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