Medicina, le prove non fanno paura, ma solo uno su sette passa 

Al test si presentano 1.230 candidati nel campus blindato e con le aule schermate. Gli aspiranti medici arrivano soprattutto da Abruzzo e Puglia. Risultati a ottobre

CHIETI. Alla fine dei 1.313 iscritti se ne sono presentati 1.230, il 6% in meno. Sognano di indossare il camice bianco e di occupare uno dei 186 posti (10 per extracomunitari) di Medicina e chirurgia o dei 43 posti (5 per extracomunitari) di Odontoiatria. Ma solo uno su sette ce la farà. Anche se il test era «tutto sommato fattibile», come lo definisce Giulia Marra, diciottenne di Tricase, in provincia di Lecce, una delle tante pugliesi che vorrebbe studiare alla d’Annunzio. «La Puglia è una delle regioni da cui dreniamo maggiormente studenti», dice a riguardo la presidente del corso di laurea in Medicina e responsabile del concorso Raffaella Muraro. «Non ci sono stati problemi, tutto è andato bene», ha detto la professoressa. «I ragazzi sono stati molto educati e nessuno ha lamentato nulla», ha aggiunto il professor Sebastiano Miscia, presidente della Scuola di medicina. A controllarli c’erano 122 docenti, 60 amministrativi, 60 addetti della cooperativa Biblos, carabinieri e agenti della Digos in borghese. Tutte le 20 aule dove si svolgevano i test erano schermate e le attività didattiche erano sospese. L’unico problema è stato il traffico nell’area ospedaliera-universitaria che ha ovviamente risentito dell’evento. Quanto ai test, «erano più o meno in linea con quelli dell’anno scorso», dice Gianluca Travaglini, ventunenne di Casoli che ci aveva già provato la volta precedente. Per la diciottenne di Vasto Anita Berarducci è stata la prima volta, ma nel campus di via dei Vestini si orienta abbastanza bene visto che è accompagnata dalla sorella Maria Vittoria che studia Farmacia. «Ma se riesco a passare il test», dice, «case separate con mia sorella». La diciottenne foggiana Claudia Tedesco e la diciannovenne avezzanese Luciana Tersigni si sono conosciute, invece, sui banchi del test e sono diventate subito amiche. Hanno anche le stesse aspirazioni: vogliono diventare pediatre e, nel caso non riuscissero ad entrare a Medicina, hanno tutte e due lo stesso “piano B”: frequentare Farmacia. La diciannovenne di Sulmona Nilde Carfagnini, invece, immagina già che non passerà la prova: «Sono venuta solo per fare esperienza», dice, «poi mi iscrivo a Biologia ad Ancona e l’anno prossimo, tento di nuovo il test. Di seconde scelte ne hanno molte anche i tre pugliesi Angelica Lotto, Luciana Fiorito e Renato De Florio. Hanno tutti 19 anni, arrivano da Torremaggiore, in provincia di Foggia, dove hanno frequentato lo stesso liceo classico, il “Nicola Fiani”. Tutti è tre si dicono entusiasti del campus universitario: «Non ci aspettavamo di trovare così tanto verde e così tanti spazi all’aria aperta», dicono. Arriva, invece, da Lioni, in provincia di Avellino la diciottenne Deborah Cozzolino che sogna di entrare a Medicina per diventare un medico legale e lavorare con i Ris, il reparto di investigazioni scientifiche dei carabinieri. In attesa delle prime graduatorie che usciranno il 3 ottobre, l’ateneo d’Annunzio si prepara intanto per un altro test che richiederà nuovamente di sospendere le attività didattiche il prossimo 13 settembre. Si tratta delle prove d’accesso alle Professioni sanitarie, ancora più gettonate di Medicina. Sono infatti 2.018 gli iscritti, circa 300 in più dell’anno scorso. (a.i.)
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