Minacce e molestie alle ex: due condanne

Nuovi episodi di stalking a Fossacesia e ad Atessa. Inflitti 2 anni e 8 mesi, risarcimenti per 15mila euro

LANCIANO. Due ex conviventi che non si sono arresi di fronte alla fine delle rispettive storie di amore. Due uomini, uno Luigi D’Ercole, 62 anni di Lanciano; l’altro Michele Polvere, campano, che per mesi hanno pedinato, telefonato, minacciato, tormentato le rispettive ex. Per questi fatti sono finiti a processo e condannati dal giudice Francesco Marino. D’Ercole è stato condannato a un anno e 6 mesi di reclusione, pena sospesa e 10mila euro di risarcimento danni alle parte civile. Polvere, col rito abbreviato, è stato condannato ad un anno e due mesi di reclusione, pena sospesa, e 5mila euro di risarcimento danni alla parte civile.

Per l’accusa D’Ercole avrebbe molestato la sua ex convivente per 5 mesi. “Per convincere la donna a riprendere la relazione da lei interrotta il 15 luglio 2010”, ha sostenuto l’accusa, “la tormentava pedinandola e appostandosi sotto casa e al lavoro, inviandole innumerevoli sms dal tenore non solo sentimentale, chiamandola anche di notte, avvicinandola e tentando approcci fisici respinti dalla vittima”. Fatti accaduti a Fossacesia dall’agosto 2011 al gennaio 2012. Il giudice ha accolto la richiesta della Procura e ha condannato l’imputato. La parte civile rappresentata dall’avvocato Massimo Biscardi.

Altro caso ad Atessa: una donna che non riusciva ad uscire da una lunga storia di convivenza da lei interrotta. Ci sono volute 5 denunce da parte della vittima per arrivare all’arresto dell’ex, Polvere, che fino al processo di ieri era ai domiciliari. Come riportato dal pubblico ministero Anna Benigni, “l’uomo aveva reso un inferno la vita della donna di Atessa. Dalla fine della storia la tormentava, si appostava a lavoro e sotto casa della ex. In due occasioni intervennero anche i carabinieri di Atessa per evitare che la situazione potesse degenerare. Ci fu anche una aggressione, per questo era accusato anche di lesioni. Il 21 dicembre 2013 la donna dovette ricorrere alle cure del Pronto soccorso e una prognosi di 10 giorni”. Anche in questo caso è arrivata una condanna. Poi l’uomo è stato liberato. (t.d.r.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA