Monteodorisio, si cerca in paese l’assassino di Antonio 

I carabinieri escludono la rapina finita male: il delitto sarebbe avvenuto durante una lite tra conoscenti. Il cerchio si stringe 

MONTEODORISIO. La sensazione è che le indagini sulla morte di Antonio Lizzi siano vicine ad una svolta. La conferma arriva anche dalle parole pronunciate dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Florimondo Forleo. «Il cerchio si sta stringendo, stiamo concentrando la nostra attenzione su una pista ben delineata e riconducibile ad una controversia. Le indagini vengono svolte in ambito locale. La pista della rapina, anche in relazione alla situazione economica della vittima, appare poco probabile», affermato l’ufficiale.
Il nastro adesivo con cui sono stati legati i polsi e le caviglie di Antonio Lizzi sarebbero stati quindi un tentativo di depistaggio. L’assassino -o gli assassini- avrebbero legato il pensionato per simulare un omicidio a scopo di rapina. Gli investigatori sono arrivati a queste conclusioni dopo aver raccolto diverse testimonianze e ricostruito la vita delle vittima, annotando le sue abitudini e le sue frequentazioni. Pochissime per la verità.

Il carattere di Antonio Lizzi non era facile. Introverso e risoluto, preferiva vivere da solo. L’ultima volta che è stato visto vivo è stato venerdì 2 febbraio al supermercato Coal. Il pensionato ha fatto la spesa e l’ha caricata sul suo Fiorino bianco. Poco dopo è stato ucciso. Probabilmente quando è tornato a casa, imboccando il viale Lizzi ha visto qualcuno davanti all’ingresso di quello che considerava il suo rifugio. È sceso ed ha raggiunto quella persona. A questo punto potrebbe essere nata una discussione tra i due, degenerata poi in un pestaggio. Antonio è morto e a quel punto chi lo ha ucciso lo ha legato. L’assassino si è quindi allontanato in fretta dalla casa del pensionato, lasciando la luce accesa e la porta socchiusa. Ma ha lasciato anche brandelli di pelle sotto le unghie di Lizzi e anche altri indizi che ora gli investigatori stanno esaminando attentamente. Da 72 ore, ormai, i militari stanno lavorando senza sosta al caso. Forse l’assassino li osserva. Se i vicini avessero visto la persona o le persone che venerdì ha o hanno raggiunto la casa del pensionato, sarebbero di grande aiuto per gli investigatori. «Chi sa parli», è stato l’appello del parroco del paese, don Nicola Antonini, nell’omelia del funerale.
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