Nel Trigno torna l’incubo della salmonella

De Sanctis: scattati adesso i divieti all’uso dell’acqua ma i prelievi risalgono a settembre-dicembre 2013

CELENZA SUL TRIGNO. L’incubo ritorna. Nel Trigno l’Arta ha riscontrato una diffusa presenza di salmonella. È quanto riportato nell’ordinanza che l'Arta ha trasmesso ai Comuni. Il documento riporta i risultati del Piano di monitoraggio delle acqua superficiali. I campionamenti evidenziano la presenza di inquinamento da salmonella a Schiavi d’Abruzzo, San Giovanni Lipioni, Celenza sul Trigno, Tufillo e Lentella. La notizia è stata diffusa ora ma i campionamenti e gli esami risalirebbero a settembre-dicembre 2013.

Diversi Comuni della vallata hanno emesso ordinanze urgenti per vietare l’uso dell’acqua che da monte scende verso la vallata. Non basta per placare l’indignazione di Augusto De Sanctis del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua. «Come è possibile che i divieti arrivino a distanza di mesi dalle analisi?», chiede De Sanctis. «È un fatto gravissimo, perché la presenza della salmonella appare cronica in questo fiume», afferma l’ambientalista ricordando che già nel 2012 nel Trigno erano state trovate tracce di salmonella.

«Allora inspiegabilmente non fu preso nessun provvedimento d’urgenza da parte delle amministrazioni pubbliche per tutelare la salute. Ora dopo le nostre reiterate denunce su quei fatti, i sindaci hanno emesso delle ordinanze restrittive sull’uso dell’acqua per irrigazione e per altri usi».

I referenti del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua sono sconcertati e condannano la gestione dei fiumi. «Lo stato di degrado in cui sono precipitati i fiumi abruzzesi a causa di decenni di cattiva gestione dei depuratori, scarichi e captazioni, sta avendo ripercussioni devastanti sulla nostra economia: da quella turistica e quella agricola».

Il movimento lancia quindi un nuovo appello alla magistratura. «Attendiamo da oltre un anno il riscontro sulle denunce presentate, ivi compresa quella relativa all’uso delle acque del fiume Trigno per la potabilizzazione senza la preventiva classificazione prevista dalle norme nazionali».

Il fatto più grave per il movimento ambientalista è il ritardo con cui la notizia del nuovo inquinamento sia stata diffusa. «Le informazioni sul virus della salmonella sono state diffuse con enorme ritardo rispetto ai prelievi, ed è un fatto gravissimo. Infine», conclude la nota, «evidenziamo che lo spostamento a monte del punto di captazione avvenuto con una procedura d’urgenza della Regione avrebbe dovuto essere accompagnato da una serie di comunicazioni al pubblico su quanto avveniva, come previsto dalla legge. Cosa è stato fatto per la trasparenza? Non si gioca sulla salute dei cittadini», annota De Sanctis. (p.c.)

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