la marineria preoccupata

Nelle reti c’è la mucillagine: le alghe invadono i fondali

VASTO. Tirano su la rete e rischiano di affondare. È accaduto ad una famiglia di pescatori vastesi. Tutta colpa della mucillagine che ha appesantito la rete e rischiato di mandare la barca a picco....

VASTO. Tirano su la rete e rischiano di affondare. È accaduto ad una famiglia di pescatori vastesi. Tutta colpa della mucillagine che ha appesantito la rete e rischiato di mandare la barca a picco. L’episodio è emblematico e racconta quello che sta avvenendo nell’Adriatico vastese da una decina di giorni. Le alghe hanno invaso i fondali marini. A provocare il fenomeno pare siano le particolari condizioni metereologiche. I fiumi sono in piena a causa delle continue piogge e i fertilizzanti che finiscono in mare potrebbero aver favorito il proliferare delle alghe.

«Non siamo noi gli esperti e non azzardiamo ipotesi. Si sicuro erano decenni che non si verificava un fenomeno così devastante», afferma Ettore Primiceri, rappresentante della piccola pesca. Le famiglie dei pescatori locali sono disperate. «Ci sono interi nuclei familiari che vivono grazie alla pesca e negli ultimi giorni non riescono più a lavorare. Le reti si riempiono di mucillagine», spiega Primiceri. «I pescatori non riescono più a issarle perché diventano pesantissime. Le barche rischiano di affondare».

Il mare sta quindi giocando un brutto scherzo a chi vive delle sue risorse. «Da inizio luglio le barche escono pochissimo in mare a causa della mucillagine», racconta Primiceri.

Una mareggiata potrebbe risolvere il problema per un 24 ore. È accaduto qualche giorno fa, ma poi il fenomeno si è ripresentato, viscido e insidioso. Anche se la superficie del mare non si tinge di rosso come avveniva in passato, in profondità i fondali sono pieni di alghe. La mucillagine si estende fino a cinque miglia dalla costa. Il materiale gelatinoso è diventato una pericolosa insidia che costringe i pescatori a tirare i remi in barca. «Ma come viviamo?», domandano preoccupati chiedendo alle autorità preposte provvedimenti e soluzioni. Anche perché il fenomeno è stato registrato lungo tutta la costa teatina.

I pescatori che aspettavano l’arrivo dei turisti e la bella stagione per risollevare le sorti di un inverno drammatico per la pesca, sono disperati. Gli operatori sono in grande difficoltà e molti di loro invocano la stato di calamità naturale. «Di sicuro non è una proliferazione normale. Il fenomeno algale quest’anno è devastante. Il materiale mucoso che si trova in profondità sta facendo sprofondare negli abissi il settore ittico», insiste Primiceri.

I trenta operatori della piccola pesca istoniense sono intenzionati a chiedere ai colleghi abruzzesi di unirsi per ottenere l’attenzione delle autorità regionali e del ministero. «Chiediamo di poter vivere», dicono.

Paola Calvano

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