Niente fondi per le frane ma le emergenze sono 5 

Lanciano esclusa dai finanziamenti regionali, mancano anche i progetti Verna: «Pronti a intervenire solo a Santa Giusta, si parte dalla fine dell’anno»

LANCIANO. La città resta senza finanziamenti per fronteggiare le frane e senza progetti (esecutivi) per ottenerli. Non c’è Lanciano nell’elenco della Regione che ha assegnato fondi ministeriali per gli interventi e la progettazione di lavori in aree a rischio idrogeologico. E quest’anno non è arrivato neanche un centesimo per sanare quelle emergenze datate: frane che fanno ancora paura senza progetti definitivi o esecutivi necessari per carpire finanziamenti. Un territorio fragile, quello di Lanciano, con 9 zone rosse ad altissimo rischio idrogeologico a cui si aggiungono, dallo scorso anno, le nuove aree con rischio idraulico, ossia la parte finale del Corso, dei portici, della Pietrosa e di piazza D’Amico. Sempre più problemi ma sempre meno fondi dalla Regione: 400mila euro sono arrivati nel 2015 per i lavori a San Biagio (non ancora finiti), e un milione e mezzo lo scorso anno per consolidare una delle tre frane attive a Santa Giusta, quella vicino alla Chiesa, classificata come r4, ossia il livello massimo di rischio.
«Abbiamo ottenuto i fondi per Santa Giusta», spiega l’assessore ai lavori pubblici Giacinto Verna, «e contiamo di appaltare i lavori entro fine anno. Abbiamo avuto tantissimi controlli in più da fare: archeologici e persino bellici che hanno rallentato la gara. Per noi le frane sono una priorità come le scuole e stiamo lavorando su più fronti per trovare finanziamenti: bilancio interno, ministero dell’Ambiente e Regione». E sono 5 le priorità: oltre Santa Giusta, ci sono i lavori di consolidamento della scarpata a monte del parcheggio di via per Frisa e del mercato coperto (diviso in due lotti), via per Orsogna, la frana sulla strada comunale tra Torre Marino e Santa Maria dei Mesi che costano 4,9 milioni. Dove trovare questi soldi? «Siamo già inseriti da tre anni nel Rendis, la piattaforma nazionale del ministero con le opere di dissesto da finanziare», dice Verna, «poi guardiamo alla Regione. Purtroppo, nel 2019 non abbiamo avuto soldi perché non abbiamo progetti esecutivi che fanno ottenere punti. Nel triennale però, come accaduto lo scorso anno, ho inserito un fondo di rotazione di 100mila euro per le progettazioni in modo da poter avere almeno due definitivi dei 5 interventi prioritari da portare in Regione. Grazie ai due tecnici arrivati ora in ufficio possiamo concentrarci sulla via per Orsogna che continua a scivolare. Serve una gabbionatura, la sagomatura della via da “tirare su”, interventi per fermare il costone che fa pressione da almeno un milione di euro. Dall’agosto 2018 poi abbiamo fronteggiato le emergenze idrauliche con la voragine dell’ex Modernissimo e quella di vico Corsea (costate finora sui 200mila euro, ndc) e abbiamo ampliato i monitoraggi e gli studi per avere dati scientifici su cui poggiare i progetti».