«No al petrolio» da 65 sindaci

Tremila manifestanti sul litorale. I promotori: costa ancora salvabile

FOSSACESIA. Tremila persone in spiaggia ieri per dire no al petrolio. Prima San Vito, poi la piazza di Lanciano lo scorso 30 maggio, e ancora ieri sul lungomare di Fossacesia alla presenza di sindaci, comitati civici e turisti. Il movimento per ostacolare l'arrivo delle aziende petrolifere non si ferma e promette di fare ancora di più. 

Una manifestazione gioiosa, colorata e partecipata quella di ieri sul litorale di Fossacesia. Un raduno di tremila no al petrolio pensato e voluto come una domenica al mare in cui i turisti non debbano badare solo al bagno e alla tintarella, ma a qualcosa di più. Ad esempio, a ciò che i villeggianti troverebbero un domani davanti le spiagge della costa dei trabocchi e a quello che la gente d'Abruzzo sta facendo anche per loro.  Era questo il senso che l'associazione Nuovo Senso Civico voleva dare alla manifestazione assieme a sindaci, comitati e Provincia di Chieti.

E sebbene alla presentazione il consigliere provinciale Franco Moroni avesse ribadito che la protesta fosse «assolutamente apolitica», erano tante le bandiere di partito sopra e sotto il palco zeppo di sindaci e fasce tricolori. Ma la politica, a volte, serve per cause nobili. Lo sottolineano tutti i sindaci intervenuti parlando di «unione, di progetto comune, impegno».  Sono 65 i sindaci da tutto Abruzzo ad aver aderito alla protesta. Evidenti eccezioni sottolineate anche dal palco, i comuni di Pescara e Ortona. Ma, polemiche a parte, è stato il giorno dell'ennesima presa di coscienza di questa terra contro il petrolio.

«Molti anni fa questo territorio ha già detto no alla Sangro Chimica», spiega Fausto Stante, sindaco di Fossacesia, «e ancora oggi dice no al nucleare e allo sfruttamento senza criterio. Dov'erano gli amministratori quando si doveva decidere del futuro della regione? Oggi ribadiamo il nostro impegno».  Luciano Lapenna, sindaco di Vasto, sottolinea l'importanza della creazione della pista ciclopedonale sull'ex tracciato ferroviario e del Parco della costa teatina. Nicolino Di Quinzio, sindaco di Francavilla, si lascia andare ad un appello accorato: «La mia città è la più interessata a questo tragico discorso, siamo già intasati da antenne e ripetitori, non vogliamo il petrolio».  C'è anche l'ex senatore Enrico Graziani, protagonista della battaglia contro la Sangro Chimica, i rappresentanti del comitato contro l'elettrodotto Villanova-Gissi e Armando Orsini, soprannominato «il papà d'Abruzzo» per aver rifiutato di vendere il suo terreno nelle colline di Ortona all'Eni.

Oltre 400 imbarcazioni di tutta la regione, coordinate dallo yacht club Marina del Sole di Fossacesia, erano pronte a scendere in mare per aderire alla protesta, saltata a causa del mare mosso. Il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, ribadisce che il territorio ha «dato già tanto in termini di sfruttamento», e che «non può più permettere di sgretolare la sua industria turistica». «L'inquinamento non si può confinare in un comune», conclude Alessandro Lanci, presidente di Nuovo Senso Civico, «le scelte di qualche amministratore coinvolgono tutti. La nostra costa è salvabile, ma dobbiamo pretendere che sindaci, amministratori e politici si mettano a capo di un forte movimento popolare. Dopo tante battaglie siamo stanchi, ma la stanchezza inasprisce la lotta, vogliamo dirlo forte a Gianni Chiodi che non ci fermeremo».

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