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No del Pd alla tassa di soggiorno

Il partito del sindaco: si creano solo altri problemi al settore

VASTO. Dopo tanto discutere è arrivato il no definitivo. Il Partito democratico esce allo scoperto e dichiara la propria contrarietà alla istituzione della tassa di soggiorno, un balzello la cui introduzione avrebbe dato, a detta di molti, il colpo di grazia al turismo, già tanto stremato dalla crisi economica.

L’amministrazione comunale ci aveva fatto un pensierino, tant’è che l’estate scorsa era circolata una bozza di regolamento che non è mai arrivata in commissione per l’approvazione e il successivo passaggio in consiglio comunale dove, c’è da giurarci, si sarebbe scatenato un putiferio. «Con questa tassa si andrebbe ad appesantire il budget delle famiglie, creando notevoli problemi agli operatori economici», sostiene il gruppo consiliare Pd, «essendo il turismo un comparto strategico per lo sviluppo economico del territorio, si ritiene opportuno avviare una fase di riflessione al fine di condividere tutti gli strumenti utili per il miglioramento del settore». La bocciatura del Pd arriva dopo una serie di dure prese di posizione degli operatori turistici, delle associazioni di categoria e di alcuni esponenti delle minoranze secondo i quali bisogna tener conto dei servizi offerti. A mettersi di traverso era stata soprattutto la Confesercenti che ha invitato la giunta a concentrarsi, invece, sulle infrastrutture e su alcune iniziative da intraprendere per incentivare il comparto.

Rinviando l’introduzione della tassa di soggiorno l’amministrazione comunale del sindaco Luciano Lapenna, in queste settimane alle prese con il bilancio di previsione, si allinea agli altri comuni costieri. Hanno detto no al balzello anche San Salvo e Casalbordino, guidate rispettivamente da Tiziana Magnacca (centrodestra) e Remo Bello (centrosinistra).

Stesse valutazioni per due amministrazioni di diverso colore politico. (a.b.)

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