Nuovi amministratori Isi la lite si sposta sui bilanci

Acquedotti e servizi, il centrodestra:«Bisognava chiudere la lotta con la Sasi» Il centrosinistra: «Il Cda eletto lavorerà per evitare tariffe più alte»

LANCIANO. Su un punto sono d’accordo i sindaci di centrodestra e di centrosinistra che l’altro ieri si sono dati “battaglia” nell’assemblea dell’Isi, la società del patrimonio delle reti idriche, convocata dopo 4 anni: «è stata un’occasione storica». Ma l’accordo finisce qui. Perché per il centrodestra è stata un’occasione persa perché non sono stati approvati 5 anni di bilanci e non si è arrivati alla sospirata quanto imposta (dalla Regione) fusione tra la Isi e la Sasi, la società che gestisce il sistema idrico integrato. Per i sindaci di centrosinistra l’occasione dell’assemblea è stata vinta perché è stato cancellato un consiglio di amministrazione (Cda) in carica senza mandato da anni, ed è stato eletto un nuovo Cda, presieduto dall’avvocato Vincenzo Antonucci, che lavorerà per 6 mesi, gratuitamente per traghettare le due società verso la fusione.

«Non si può arrivare alla fusione o allo scioglimento di una società senza prima vedere e analizzare i bilanci», spiega Camillo Di Giuseppe, sindaco di Altino e segretario provinciale Pd, «non può un Cda in prorogatio, che non gode della fiducia dei sindaci, in particolare quelli di centrosinistra, portare in approvazione 5 bilanci. Occorreva un Cda nuovo che analizzasse gli aspetti fiscali dei conti, il valore del patrimonio. Un Cda tecnico ed è quello che il centrosinistra, responsabilmente ha eletto con Antonucci, Antonio Iezzi e Michele Galante. Una triade che lavorerà per evitare rischi ai Comuni e che arrivino tasse o incrementi tariffari per i cittadini».

Un percorso non condiviso dal centrodestra. «Sono preoccupato», afferma Antonio Tavani, in rappresentanza di Fara San Martino, «sono state elette persone dando per scontato, senza carte scritte, che lavoreranno gratis, per 6 mesi. Per me staranno in carica per anni. Venerdì sera dovevano essere approvati i bilanci per bloccare la lite continua tra Isi e Sasi, che hanno la stessa madre: i Comuni. Era un’occasione storica per chiudere una fase fatta di carte bollate e lotte che ha avuto costi per i cittadini e riaprire un capitolo nuovo, ma non perché c’era un Cda nuovo, ma perché si arrivasse alla fusione, la cosa più importante da fare per evitare che sfugga di mano la gestione dell’acqua. La Sasi, infatti, non ha una situazione florida, l’Isi invece ha una solidità data dal patrimonio; unendole si assicura il futuro della gestione pubblica dell’acqua. Così, si apre la strada ai privati che possono poi aumentare le tariffe, non più controllabili dai Comuni».

Teresa Di Rocco

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