Nuovo rettore, anche Rea scende in campo

Presenta 28 pagine di programma, prove generali di candidatura per il direttore di Economia

CHIETI. «La comunità accademica, il personale, gli studenti, hanno bisogno di un nuovo impulso, di una nuova forza d’animo e hanno bisogno soprattutto di sentirsi parte di un’unica grande organizzazione che si muove lungo un nuovo percorso condiviso, programmato e monitorato in maniera trasparente». Prove generali di candidatura a rettore per il direttore del dipartimento di Economia della D’Annunzio, Michele Rea, che ha buttato giù in 28 pagine le sue “Idee e proposte per ripartire”, dieci punti programmatici inviati all’attenzione dell’intera comunità universitaria, nella convinzione che «le idee messe in campo dovrebbero essere il primo elemento su cui porre attenzione, riflettere e confrontarsi».

Il professore che è alla D’Annunzio da quasi trent’anni (a partire da quando era studente in Economia e commercio, dove si è laureato nel 1988) apre il suo documento rifiutando l’approccio retrospettivo. Dice di non condividere tutto quanto fatto nel passato, ma non ha intenzione «di fondare ogni riflessione sul futuro partendo dall’esame delle vicende del passato», anche perché «l’ateneo dovrà eleggere il prossimo rettore, non decidere se rieleggere quello attuale». Traccia poi i punti forti e quelli deboli dell’ateneo. Tra i primi mette la qualità della didattica, i centri e le aree di ricerca d’eccellenza, l’offerta formativa, il campus teatino, i 26 mila studenti e le condizioni economico-finanziarie che a suo dire sono buone. Tra i secondi inserisce i cambiamenti del sistema universitario, le «burrascose vicende che hanno preceduto il mandato rettorale 2012-2017, preludio a una serie di problemi che ha assorbito una quantità abnorme di tempo e di energie degli organi di governo di ateneo», le nuove procedure e i nuovi regolamenti che hanno «appesantito il complessivo funzionamento dell’ateneo» e poi la situazione del personale tecnico e amministrativo, per cui «gradualmente, ma inesorabilmente, sono venuti meno l’entusiasmo, prima, la fiducia e la serenità, poi». In dieci punti, Rea ha infine spiegato qual è la sua strategia. Si parte dal modello di governo dell’ateneo e si passa attraverso i temi delle strutture scientifiche e didattiche, dell’amministrazione, dei dipartimenti e scuole, della ricerca, dell’offerta formativa, dei servizi agli studenti, del patrimonio edilizio, dei rapporti con il sistema sanitario e di quelli con gli altri atenei regionali, la Regione e le altre amministrazioni pubbliche.

Le argomentazioni proposte traggono spunto dai tanti ruoli ricoperti da Rea in ateneo. È stato, fra le altre cose, senatore accademico, direttore di diversi dipartimenti, sino all’attuale di Economia, componente della giunta della Scuola di economia, presidente del corso di laurea in Economia aziendale e membro del Nucleo di valutazione dell’ateneo. (a.i.)