Odorici: della Bls resta il marchio

L'ad del gruppo emiliano in città: nessuna retromarcia sul piano Bper

LANCIANO. «La formula della divisione territoriale ci dà la possibilità di mantenere il marchio Bls, il personale nelle filiali e la stessa autonomia nell'erogazione del credito e delle sponsorizzazioni». Prova a rassicure tutti l'amministratore delegato di Bper, Luigi Odorici.

Dopo la tappa di ieri all'Aquila, i vertici del gruppo emiliano arrivano in città per illustrare il piano che prevede l'incorporazione della Banca popolare di Lanciano e Sulmona.

Seicento dipendenti, 78 filiali in tutto il centro-Italia e un utile netto di 10,5 milioni (nel primo semestre 2011). Ma il dato che più conta è 90,89%, che corrisponde alla quota azionaria di Bper in Bls. In pratica, la Banca popolare dell'Emilia Romagna controlla totalmente l'istituto di credito frentana ed è nelle sue facoltà riorganizzare personale e uffici.

LA DIVISIONE.
«Il percorso è graduale ma indifferibile», puntualizza subito Odorici accompagnato dal responsabile del personale, Giuseppe Corni, e dal direttore della Bls, Guido Serafini, «il piano industriale è stato costruito in un contesto economico e finanziario difficile. In una prospettiva di riduzione dei ricavi, siamo stati spinti a intervenire sui costi. A livello di gruppo abbiamo una struttura molto pesante, con una moltiplicazione di funzioni che possono invece essere gestite in un solo sito. Il modello federale, che premia la territorialità, ed è stato mantenuto finora», prosegue l'ad, «aveva una sua logica nel periodo in cui l'economia cresceva. Nel momento in cui questa rotta s'inverte, va bene la territorialità ma vanno ridotti i costi».

Scartata l'idea di creare una banca regionale in cui far confluire Bls e Carispaq, l'altro istituto di credito abruzzese coinvolto nella fusione, la scelta di Bper è ricaduta sulle divisioni territoriali. «La Bls conserverà il proprio marchio», dice Odorici, «il direttore generale diventerà direttore della divisione, il consiglio d'amministrazione sarà eliminato: al suo posto ci sarà un comitato territoriale che gestirà le attività di beneficenza e le sponsorizzazioni. Da questo punto di vista non ci saranno riscontri negativi».

IL PERSONALE.
La voce che pesa di più nei bilanci e preoccupa di più dipendenti e istituzioni. Il piano industriale prevede 130 esuberi per la Bls. «Attenzione, non sono quelli che andranno a casa», precisa Corni, «si tratta di personale che lascerà la sua attività attuale per essere in massima parte ricollocato. A lasciare definitivamente il gruppo, entro il 2014, saranno 450 in totale, ma per Bls non c'è ancora un numero preciso». Gli esuberi saranno assorbiti in vari modi: riconvertendoli ad attività commerciali; con esperienze di lavoro, specie per i più giovani, di qualche anno nella capogruppo, per poi tornare in ruoli di responsabilità nei territori di residenza; mandando, infine, in pensione chi ha maturato i requisiti necessari. «Sarà tutto su base volontaria», specificano i vertici Bper, che ieri hanno incontrato anche i quadri dirigenziali. «Le soluzioni vanno trovate sul tavolo sindacale», spiega il responsabile del personale, «e attualmente la procedura non è stata ancora aperta».

I PASSAGGI.
Il piano industriale sarà operativo dal 2013, ma il gruppo emiliano comincerà a lavorare subito. «Dal 1995 sono state investite decine di milioni di euro per acquisire le quote di maggioranza Bls», dice Odorici, «non c'è interesse a disperdere queste risorse. L'attenzione al territorio rimarrà quella di sempre. Per questo torneremo il mese prossimo per incontrare i rappresentanti delle associazioni di categoria».

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