Ombrina 2, la Medoilgas a caccia di fondi

Mandato alla Bnp Paribas per finanziare l’estrazione del petrolio nella Costa dei Trabocchi

LANCIANO. Possedere un pozzo di petrolio, ma non avere i soldi per sfruttarlo. È la situazione in cui sembra trovarsi la Medoilgas. L’azienda inglese, titolare della concessione Ombrina mare 2, è infatti a caccia di un partner finanziario per estrarre l’oro nero al largo della Costa dei Trabocchi.

Lo scorso mese di febbraio la multinazionale ha dato mandato alla Bnp Paribas di trovare i fondi necessari. La banca parigina, che opera tanto in Francia quanto in Belgio, Lussemburgo e, con l’acquisizione della Bnl, anche in Italia, è una delle aziende leader in Europa nei servizi finanziari. Un alleato importante per la Medoilgas che ha puntato molto sulla ricerca del petrolio nella nostra costa, ma rischia di non poterlo sfruttare.

Secondo la Edison Investment Research, società indipendente di analisi finanziaria con sede a Londra, per estrarre il petrolio dal fondo dell’Adriatico serve un investimento tra i 150 e i 180 milioni di euro. Una cifra importante anche per una società sana come la Medoilgas. Sempre la Edison afferma che, a febbraio 2010, l’azienda inglese ha un attivo di bilancio che sfiora i 9,6 milioni di euro e un fondo cassa di circa 7,6 milioni. Da qui la necessità di trovare dei finanziamenti per far partire il progetto Ombrina mare 2.

Il mandato affidato alla Bnp Paribas sembra una mossa per arrivare il prima possibile all’estrazione dei 20 milioni di barili di petrolio che giacciono sul fondo marino al largo della Costa dei Trabocchi. Tuttavia la Medoilgas ha sospeso la procedura di coltivazione in mare.
Nel giugno del 2009 gli inglesi hanno ottenuto dal Cirm del Ministero dell’ambiente il sì al piano di sviluppo e hanno subito avviato la procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via). Ma lo scorso 12 marzo hanno presentato al Ministero dell’ambiente una richiesta di sospensione della procedura dovuta alla necessità di realizzare studi integrativi.

Lo stop alle procedure di coltivazione sembra una contraddizione rispetto alla ricerca di finanziatori per il progetto. Tuttavia tra i due fatti ci potrebbe essere un legame stretto.
La sospensione avrebbe un duplice obiettivo. Da una parte consentirebbe alla banca parigina di avere più tempo per reperire le risorse. Dall’altra i nuovi studi integrativi servirebbero a blindare la Valutazione di impatto ambientale (Via). Il tutto per fornire maggiori garanzie ai finanziatori e far sì che, una volta ottenuto l’ok del Ministero dell’ambiente, si cominci subito a estrarre il petrolio nelle acque della Costa dei Trabocchi.

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