faist sangro
Operaie licenziate, caso al ministro
Melilla (Sel): non si possono penalizzare le madri al lavoro
LANCIANO. Il caso del licenziamento di due dipendenti alla Faist Sangro è oggetto di un’interrogazione a risposta scritta al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini, da parte del deputato di Sel alla Camera, Gianni Melilla.
Secondo la denuncia della Fiom-Cgil due lavoratrici sarebbero state espulse dalla fabbrica in seguito di gravi problemi di salute. In un caso una lavoratrice invalida, madre di due figli e reduce da due interventi molto delicati, sarebbe stata licenziata dopo aver superato di un paio di settimane il periodo di malattia stabilito dal contratto nazionale del lavoro. A nulla sarebbe valsa nemmeno la disponibilità della donna a rientrare in azienda anche se non ancora guarita.
Il secondo episodio riguarda invece una donna straniera e madre di tre bimbi, affetta da una grave patologia curabile solo in America. L’azienda, negandole due mesi di aspettativa, l’avrebbe indirettamente costretta alle dimissioni.
«Se i fatti venissero confermati», scrive Melilla al ministro Giovannini, «si tratterebbe di una gravissima discriminazione sul lavoro. I diritti al lavoro e alla salute, sanciti dalla Costituzione, devono essere garantiti a tutti e non si possono penalizzare le donne-madri, chi è portatore di problemi invalidanti o chi non detiene il passaporto italiano».
La Fiom-Cgil aveva annunciato che nelle prossime ore chiederanno alla Honeywell, azienda committente della Faist, di togliere la commessa all’azienda lancianese e minacciano di intraprendere un’azione legale fino alla Corte di Giustizia europea. (d.d.l.)
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