Orlando: a Chieti un tribunale storico 

Orlando partecipa all’inaugurazione. Legnini: ora il polo giudiziario

CHIETI. L’avvocato della vedova Matteotti, Pasquale Galliano Magno, il giudice che istruì il processo Matteotti a Chieti Mauro Del Giudice, e il gip prematuramente scomparso Antonella Redaelli. Tre figure che hanno molto in comune: l’amore per la giustizia, la schiena dritta e l’abnegazione al lavoro e al dovere. A loro il presidente del tribunale Geremia Spiniello ha voluto intitolare tre aule del ristrutturato edificio, inaugurato ieri alla presenza del ministro della giustizia Andrea Orlando, del vice presidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, del sottosegretario alla giustizia Federica Chiavaroli, del presidente della Regione Luciano D’Alfonso e di tante altre personalità. Il ministro Orlando nel suo discorso si è soffermato sul valore delle intitolazioni delle nuove aule rievocando il processo Matteotti del 1927. «Questa è una testimonianza storica di grande importanza che dobbiamo coltivare» ha detto. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al figlio e alla nuora di Magno, presenti alla cerimonia, un telegramma in cui omaggia la figura dell’avvocato socialista di Orsogna, affermando che «Giustizia, democrazia e libertà sono gli ideali che ne hanno guidato l'azione nelle aule giudiziarie, dove ha contribuito a garantire l'applicazione del diritto senza mai venire meno alla sua indipendenza e alla sua onestà intellettuale. Proprio queste qualità gli hanno consentito nel processo del delitto Matteotti di assistere la vedova, Velia Titta, nella piena consapevolezza delle conseguenze che tale scelta avrebbe comportato».
La ristrutturazione del tribunale si è resa necessaria dopo il terremoto del 2009. Le opere sono state realizzate dalla ditta Spinosa. A rappresentare la società è stata la vedova dell’imprenditore Gianni Spinosa, Veronica, anche lui scomparso prematuramente. «Mio marito Gianni sarebbe particolarmente orgoglioso di questo traguardo raggiunto», ha detto con commozione la vedova che ora guida l’azienda fondata dal marito 40 anni fa.
I lavori sono costati circa 5 milioni di euro. Il procuratore generale della Corte d’appello dell’Aquila Pietro Mennini, ex procuratore capo di Chieti, ha dato atto al presidente Spiniello di aver voluto «con caparbietà, entusiasmo e capacità» la ristrutturazione dopo il sisma che lesionò il palazzo. Il presidente dell’Ordine degli avvocati teatini Pierluigi Tenaglia ha ricordato la situazione drammatica post terremoto: «Ci siamo trovati senza palazzo di giustizia e l'avvocatura ha dimostrato in quella occasione di essere una gamba essenziale dell'esercizio della giurisdizione», ha rivendicato Tenaglia. «Questa ristrutturazione è uno straordinario esempio di sinergia tra tutte le istituzioni», ha detto il sottosegretario Chiavaroli, «che quando spingono tutte nella stessa direzione raggiungono risultati straordinari. Come in questo caso. E a Roma c’era Giovanni Legnini a seguire il progetto, in tutte le sue funzioni: da relatore della legge di stabilità, da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e al Mef». Legnini, che frequenta il tribunale teatino da quando era un giovane avvocato, ha tenuto un discorso che ha spaziato da un respiro storico (che ha preso il là con le figure di Magno e Del Giudice), a uno sguardo sul presente (soprattutto alla possibilità di completare la cittadella giudiziaria), a ricordi personali non scevri d’emozione. Il vice presidente del Csm ha inoltre sottolineato come il tribunale teatino sia fra i 10 migliori tribunali italiani per efficienza. Quanto al progetto di collegare il tribunale con la sede di via Arniense e di dare una sede più adeguata alla Procura (esigenza sottolineata anche dal procuratore Francesco Testa), Legnini ha detto che «è tutto a portata di mano. Certo occorrono risorse economiche che comunque il ministro Orlando ha assicurato sarà possibile reperire nel bilancio del Ministero della giustizia». Tra i ricordi di anni di carriera a Chieti, Legnini ha proposto quello dello storico custode del tribunale, Tonino Michetti, che tutti chiamavano “il presidente” e che soleva cuciva i fascicoli giudiziari con lo spago. «Erano fascicoli perfetti. Non si perdeva un foglio. Ora, anche grazie al lavoro del ministro Orlando, siamo passati dal fascicolo con lo spago di Michetti al fascicolo informatico».