Orsogna: oro sparito, chiesti danni per 1,6 milioni 

Il religioso, ora in pensione, è accusato di avere venduto gli ex voto di San Rocco per riparare il tetto della chiesa

ORSOGNA. Don Mario Persoglio non era in aula. Ma anche in sua assenza è partito ieri mattina al tribunale di Ortona il processo per l’oro di San Rocco scomparso a Orsogna, dove don Mario è stato parroco per tanti. L’ex parroco, ora in pensione, è accusato di essersi appropriato dell’oro votivo che i fedeli negli anni avevano donato al santo.
Il reato per cui è a giudizio è in particolare quello di vendita di beni sottoposti a vincolo senza autorizzazione del Ministero. Persoglio è difeso dall’avvocato Nicola Giambuzzi. Il processo si è aperto di fronte al giudice Valentina Ribaudo e al vice procuratore onorario Alissa Miscione. Nell’udienza di ieri sono state ammesse otto parti civili, difese dagli avvocati Delia Verna e Mauro Faiulli. Si tratta di semplici cittadini di Orsogna e del Comitato cittadino “Per il recupero dell’oro votivo donato a San Rocco Orsogna”, presieduto da Mariantonietta Piccicacco. Le parti civili sono state tutte ammesse. Ognuna di loro ha chiesto un risarcimento danni di 200mila euro. In totale 1 milione e 600mila euro. Che nessuno, né il Comitato né le altre parti civili, terranno per sé. Se dovessero riuscire a ottenere il risarcimento danni, questo verrà devoluto interamente alla parrocchia San Nicola di Bari di Orsogna.
«Sono trascorsi quasi tre anni dalla “scomparsa” dell’oro votivo», scrive il Comitato su un manifesto, «l’intera comunità orsognese è perfettamente a conoscenza di come quel prezioso e insostituibile tesoro, frutto di decenni di donazioni spontanee da parte di tantissimi devoti, sia stato oggetto di “uso improprio e illegittimo”. Ma la cittadinanza non ha passivamente subito questo affronto». Oltre a continuare la battaglia nelle aule di tribunale, il Comitato ha anche varato il progetto “Per non dimenticare” che prevede due diverse iniziative: la ricostruzione della chiesa di San Rocco così come era negli anni dell’anteguerra, (un progetto che, per essere portato a termine, ha bisogno di un contributo delle autorità ecclesiastiche), e l’istituzione del Museo della cultura orsognese dedicato ai tesori storico-culturali donati alla comunità di Orsogna.
Il processo è stato rinviato al prossimo 28 giugno. Il giudice ha convocato l’udienza per ascoltare tutti i testimoni e per una eventuale discussione. Ciò significa che probabilmente già a giugno si potrà fare luce su una vicenda che ha toccato profondamente la cittadina di Orsogna, compresi tanti orsognesi che vivono all’estero.
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