Ortopedia, attese lunghe un anno

Il primario Salini: il mio reparto fa mobilità attiva, potremmo  fare molto di più però mancano le sale operatorie. Appello al direttore generale della Asl Francesco Zavattaro per trovare spazi

CHIETI. Fuori per farsi sostituire le articolazioni maggiori, come l'anca, o per il reimpianto degli arti inferiori. Interventi di chirurgia ortopedica di alto profilo per cui i chietini si rivolgono oltre regione. Il conto è salato per la Asl. Nel 2010 è di un milione e 800 mila euro circa per 195 ricoveri. Paradosso per una provincia che conta un centro di riferimento nazionale per la protesi dell'anca su misura.

«Vorrei sottolineare innanzitutto che», replica Vincenzo Salini, direttore della clinica universitaria teatina, «sulla mobilità passiva giochiamo un ruolo marginale. Tuttavia è vero che la nostra struttura potrebbe fare molto di più ma la scarsità di sedute operatorie settimanali a disposizione non lo permette». Spazi con il contagocce, che producono un anno di attesa in media per gli interventi e a farne le spese sono soprattutto anziani e bambini. Il manager Francesco Zavattaro è chiamato anche in questo caso, come in quello sottolineato dal cardiochirurgo Gabriele Di Giammarco, a risolvere l'ostacolo delle disponibilità di "ritagli di spazio", per non tenere a freno le eccellenze dell'azienda che guida.

«Rispetto alle altre divisioni di ortopedia della nostra Asl», continua Vincenzo Salini, «posso registrare un dato in controtendenza. E questo anche rispetto alla media, purtroppo negativa, che si evidenzia nei dati regionali. Il mio reparto, infatti, nel 2010 ha registrato 1191 dimessi di cui 577 fuori Asl e 152 fuori regione. Bilancio assolutamente positivo».

Un indice di attrattività per mobilità attiva, ossia la capacità di drenare pazienti da fuori il territorio di competenza, che per la clinica ortopedica teatina è pari all'1 per cento di quella totale registrata da tutte le unità operative della Asl. Un vantaggio netto rispetto allo 0,13 per cento delle altre ortopedie e traumatologie aziendali, ossia Lanciano, Vasto e Ortona.

«I dati del 2011, inoltre, mostrano segnali molto incoraggianti», continua Salini, «su un budget concordato di 210 pazienti per sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianti degli arti inferiori, per esempio, nei primi cinque mesi dell'anno siamo già a 136 interventi e, dunque, tutto fa presumere che a fine anno avremo ampiamente superato la performance attesa. Tutto questo a confermare la nostra attività a pieno ritmo, con notevoli sforzi e turni massacranti con anche 12 ore di sala operatoria continuata, che soddisfa non solo locali ma anche fuori Asl. Nonostante, poi, nell'ultimo anno qui a Chieti faccia capo anche l'attività chirurgica programmata della traumatologia ortonese».
Convivenza stretta che limita la fruibilità delle sale operatorie. «La scarsa disponibilità di sedute operatorie», osserva Salini, «mi fa registrare lunghe liste di attesa, siamo quasi a un anno, purtroppo ascrivibili alle categorie più deboli, come i pazienti fragili e i bambini. Una soluzione potrebbe essere annettere funzionalmente al mio reparto anche la sala operatoria di Ortona».

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