Ortopedia, reparto sotto organico

Solo sette medici nella clinica d'eccellenza guidata dal professor Salini

CHIETI. La sala gessi al pronto soccorso non c'è più. La gente si lamenta, ma il primario di ortopedia, Vincenzo Salini, ha dovuto smantellare il servizio perché messo alle strette dall'insufficienza di personale di un reparto dell'eccellenza sanitaria abruzzese.

La sala gessi al pronto soccorso è chiusa. I malati che arrivano con una serie di traumi non gravi non possono essere più stabilizzati nel reparto di primo intervento. Il motivo c'è. La direzione della Asl ha ordinato che i piccoli traumi non devono essere trattati al policlinico di Colle dell'Ara ma nel reparto di ortopedia del Bernabeo di Ortona. La clinica ortopedica del Santissima Annunziata dovrà invece occuparsi solo di interventi complessi.Una decisione che naturalmente non ha trovato il favore dell'utenza che una volta giunta al policlinico, dopo una valutazione dei medici del pronto soccorso, con una frattura al dito o al polso, è costretta a fare marcia indietro, rimettersi in macchina, raggiungere Ortona dove il paziente eventualmente verrà trattato il giorno dopo.

Allora, sulla base di queste direttive, si è rivelato praticamente inutile tenere al pronto soccorso la sala gessi, tanto più perché impegnava il personale di ortopedia già sotto organico.

Il professor Vincenzo Salini, (figlio dell'ex assessore regionale alla sanità Rocco), primario dal primo novembre scorso, 43 anni, il più giovane docente ordinario di ortopedia in Italia, pensa che il reparto debba essere potenziato. Altrimenti lavorare diventa veramente arduo.

«Ortopedia a Chieti è il centro di riferimento nazionale per la protesi dell'anca su misura», dice, «facciamo interventi di una certa complessità e abbiamo un bacino di utenza molto ampio, solo il 30 per cento arriva dalla Puglia».

Solo sette sono i medici, primario compreso, che fanno interventi di traumatologia, interventi programmati complessi e di ambulatorio. Professionisti chiamati anche a coprire i turni di notte.

Un piccolo paragone va fatto: nella vicina Pescara l'omologo reparto, solo per gli interventi di pronto soccorso, ha a disposizione sette medici.

Solo per offrire qualche numero. Ad ortopedia si eseguono 1200 interventi l'anno, 17 mila di pronto soccorso e 6 mila ambulatoriali. Fino all'autunno scorso il reparto era diretto dal professor Orso, che una volta andato via ha lasciato le redini al giovane aiuto. Da allora con una visione certamente più moderna, raccontano i suoi collaboratori, le cose sono cambiate in meglio con l'obiettivo primario di avere il paziente come principale punto di riferimento. Ma la coperta al policlinico è corta.

«In questo modo non si può lavorare», dice il primario coordinatore dello staff medico del Pescara e spesso chiamato a intervenire per operare i migliori campioni di calcio. Un nome, quello di Vincenzo Salini, che rieccheggia nel mondo della sanità abruzzese e tra i pazienti che hanno avuto modo di conoscerlo, sia in quanto a qualità professionali sia umane. Oggi è considerato tra i migliori ortopedici d'Italia. E giovane come è, sarebbe un davvero peccato se condizioni migliori lo chiamassero altrove. Un amaro cliché che all'ospedale di Chieti si ripete troppo spesso.

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