Ospedale, tagliati altri serviziCancellate le visite per i bimbi con problemi di deambulazione

La storia di un papà cassintegrato che non può sostenere le spese mediche per la bimba malata

CHIETI. La sanità pubblica continua a perdere pezzi. Una scure impietosa che colpisce tutti i settori della medicina. E così dopo la chisura della sala gessi, e la riduzione all'osso del personale, a ortopedia sono state cancellate le visite per chi soffre di problemi di deambulazione.

L'esame che non potrà più essere effettuato in regime di convenzione ha un nome difficile da pronunciare: baropodometria. Una branca della medicina che si occupa di problemi relativi alla postura di piedi e ginocchia e che si rivolge nella maggioranza dei casi ai bambini che presentano difficoltà nella camminata. Lo sa bene l'operaio in cassa integrazione che ieri ha raccontato al Centro la sua storia. O meglio quella della sua bambina di 9 anni costretta a essere periodicamente sottoposta all'esame baropodometrico per correggere, attraverso l'ausilio di plantari particolari, il suo modo di camminare. «Sono anni che sottopongo la mia bambine a queste cure» racconta con l'amaro in bocca «fino a quando ho lavorato non ho avuto problemi a sottoporre la piccola a costose visite private. Poi ci siamo affidati alla sanità pubblica, in particolare alla ortopedia di Chieti». Con un ticket da 20 euro e 66 centesimi, il papà riusciva a coprire le spese sanitarie che comprendevano anche la cessione dei plantari necessari. Ora però il servizio sanitario è stato cancellato. «Mi hanno detto» prosegue l'ex operaio «che i medici sono pochissimi in reparto e che devono occuparsi di questioni più gravi. Mi sono rivolto anche al direttore sanitario Amedeo Budassi il quale mi ha risposto che purtroppo sono stati fatti tanti tagli alla sanità e che non c'è modo di rimediare».L'unica via percorribile per curare la bambina e per farle vivere una vita normale, quando sarà grande, è quella di rivolgersi a strutture private. «Si fa presto a liquidare le persone in questo modo. Ma io non ho la possibilità economica di pagare le cifre chieste dalle cliniche private. Un padre nelle mie condizioni che può fare?».Somme che dovrebbero essere attinte da uno stipendio più che risicato almeno una volta al mese. «Mi rendo conto che la mia protesta non porterà a nulla di concreto, ma voglio dire che tutti hanno il diritto di essere curati. Anche quelli che non hanno i soldi per farlo. Altrimenti che si parla a fare di diritti costituzionali e di democrazia?».La situazione nel reparto di ortopedia si è aggravata un mese fa con la chiusura della sala gessi. Problemi che sono stati evidenziati anche dal primario del reparto Vincenzo Salini. In base a un provvedimento della direzione della Asl i piccoli traumi non devono essere trattati al policlinico di Colle dell'Ara, ma nel reparto di ortopedia del Bernabeo di Ortona. Una decisione che naturalmente non ha trovato il favore dell'utenza che una volta giunta al policlinico, dopo una valutazione dei medici del pronto soccorso, con una frattura al dito o al polso, è costretta a fare marcia indietro, rimettersi in macchina e raggiungere Ortona. «Ortopedia a Chieti è il centro di riferimento nazionale per la protesi dell'anca su misura», ha detto Salini, «facciamo interventi di una certa complessità e abbiamo un bacino di utenza molto ampio, solo il 30 per cento arriva dalla Puglia». Ma i medici sono solo sette, primario compreso, che fanno interventi di traumatologia, interventi programmati complessi e di ambulatorio. Professionisti chiamati anche a coprire i turni di notte.

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