Palazzo senza ascensore, invalida prigioniera

Inutili richieste all'Ater: scatta la campagna di solidarietà di amici e conoscenti

VASTO. "Prigioniera" in un appartamento al terzo piano di un condominio dell'Ater, l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale.  E' da novembre del 2007 che Enza, 44 anni, invalida da 17 a causa di una patologia insorta dopo il parto, può uscire di casa solo quando gli amici o i parenti l'aiutano a scendere tre piani di scale prendendola in braccio.  Nel condominio in cui abita, una palazzina in corso Europa, non c'è mai stato l'ascensore.

Per la donna è diventato così un problema anche andare nell'ambulatorio medico per le periodiche visite di controllo alle quali deve sottoporsi per tenere sotto controllo la sua malattia.  Enza ha lanciato più volte un appello all'Ater, ma senza ricevere risposta dall'azienda. A maggio 2008 il suo avvocato, Massimiliano Baccalà, ha inoltrato agli uffici dell'Ater la richiesta di un alloggio adeguato, così come previsto dalla legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone disabili. 

Ma anche l'iniziativa del legale è caduto nel vuoto.  Enza, esasperata, ha deciso così di segnalare a tutti la sua vicenda.  «La mancanza di un ascensore ruba ad un essere umano già così provato il diritto a una vita dignitosa», dice Giuseppe La Rana, che ha avviato una campagna di solidarietà in favore di Enza. «Aiutiamo questa donna a vivere una vita meno dolorosa». (p.c.)

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