Papa lascia il tribunale, torna a Campobasso 

Il giudice assolto dopo la denuncia di Frattura diventa magistrato alla procura generale molisana

CHIETI . Da ieri il giudice Fabio Papa ha lasciato il tribunale di Chieti e ha assunto la funzione di magistrato distrettuale requirente alla procura generale di Campobasso. È un ritorno nel capoluogo molisano per il magistrato, originario di Pescara, che per quasi tre anni ha lavoratore nella sezione civile del tribunale teatino.
In passato era stato sostituto procuratore a Campobasso portando avanti anche inchieste sulla pubblica amministrazione e sugli intrecci tra politica e imprenditoria molisane. Proprio durante il suo incarico di pm a Campobasso, Papa era stato colpito da un provvedimento disciplinare in seguito a un’inchiesta poi sfociata in un processo, al tribunale di Bari, su un presunto ricatto al governatore del Molise, Paolo Di Laura Frattura. Quel processo si è concluso il 4 maggio 2017 con l’assoluzione di Papa e dell’altra imputata, la giornalista Manuela Petescia di Telemolise. E con l’accusa di concussione sgretolata, il Consiglio superiore della magistratura ha deciso per il reintegro di Papa. La decisione del Csm sul reintegro del magistrato è stata presa il 6 novembre 2017.
La sentenza di primo grado sull’inchiesta molisana parla di un presunto ricatto, denunciato da Frattura ma rimasto senza prove nonostante 16 mesi di processo al tribunale di Bari (competente per i reati contestati ai magistrati in servizio in Molise): secondo l’accusa, durante una cena nella casa di Campobasso di Papa, l’allora pm e la giornalista avrebbero minacciato Frattura nel tentativo di fargli approvare un finanziamento di 400mila euro per Telemolise. Se non avesse accettato, Frattura avrebbe subito l’accelerazione dell’indagine Biocom che lo riguardava con rivelazione di segreti d’ufficio (inchiesta poi archiviata) e una campagna di stampa negativa. Ma, nella sua denuncia di 40 pagine, il presidente del Molise non ha saputo dire con precisione quando sarebbe stata fatta la cena, a cui avrebbe partecipato anche un suo amico nell’accusa si parla di una sera nell’«autunno 2013». Ma dai controlli sui cellulari dei 4 non è spuntata neanche una sola data in cui tutti e 4 i telefonini avevano agganciato la stessa cella. E ora le parti si sono invertite: Frattura e il suo testimone, l’avvocato Salvatore Di Pardo, sono indagati dalla procura di Bari per calunnia. (p.l.)