Parcheggio Sevel solo a chi ha Fiat

Atessa, l’area sosta riservata ai lavoratori che hanno i veicoli del Lingotto e soci. Protesta la Fiom

ATESSA. La decisione della Sevel di consentire l’uso del parcheggio interno solo alle auto degli operai dei marchi Fiat, Psa (Peugeot e Citroen) e Chrysler, fa indignare la Fiom. «Da lunedì», avverte l’organizzazione sindacale per voce del segretario provinciale, Davide Labbrozzi, «è rischio caos davanti ai cancelli. Ci preoccupa la destinazione delle centinaia di auto che dovranno essere lasciate all’esterno dell’azienda, dove chiaramente posti per sostare non vi sono. Bisogna pensare alla mobilità che intorno allo stabilimento di Atessa si produce durante la giornata, centinaia di auto, decine di pullman, migliaia di pedoni, lavoratori che a piedi attraversano le strade adiacenti la Sevel».

La scelta di Fiat di applicare una regola in voga in tutti gli stabilimenti Fiat d’Italia sta creando diverse polemiche e l’apprensione di chi, lunedì, a bordo di un veicolo di marca diversa dal gruppo di cui è dipendente, non saprà se parcheggiare diventerà un’impresa. Si temono soprattutto ritardi, ingorghi e battibecchi tipici di chi è al volante in cerca di un posto auto davanti ai cancelli di uno stabilimento che impiega oltre 6mila lavoratori, un piccolo paese in pratica.

La Fiom ha avvertito che coinvolgerà il prefetto, il comune di Atessa, la Provincia, la Regione e il Consorzio industriale «per governare gli effetti di una determinazione aziendale inopportuna e sbagliata, incoerente con le politiche globali professate dalla Fiat e che offende le lavoratrici e i lavoratori che avendo un auto differente da quelle consigliate si sentiranno un’anomalia e, creerà seri problemi alla viabilità del territorio».

Ma da Torino la replica è netta: «Questa decisione», spiegano dal Lingotto, «è applicata in tutte le fabbriche del mondo e da sempre negli stabilimenti Fiat italiani. Dedicare il parcheggio interno a chi ha dimostrato un certo atteggiamento nei confronti dell’azienda nella scelta del proprio veicolo, non vuol dire penalizzare tutti gli altri. Al contrario significa dare un piccolo riconoscimento a chi ha preferito un veicolo con uno dei marchi delle case per cui lavora. Il senso che Fiat dà a questa operazione da sempre è premiare in qualche modo chi l’ha scelta».

Ma dalla Sevel si leva più di un mugugno. Il parcheggio interno è custodito, può contare ultimamente anche su un sistema di videosorveglianza, ed è più vicino ai cancelli 21 e 27 di montaggio e lastratura. «Nell’ottica globalizzata si costruiscono recinti», considera Emilio Caravaggio, rsa Fiom in Sevel che tuttavia ha un’auto a marchio Fiat, «se questa campagna è pensata per incentivare gli acquisti del marchio Fiat, allora si potrebbero consentire agevolazioni maggiori per i dipendenti (le agevolazioni vanno dal 12 al 16% ndc) e gratificarli con paghe maggiori, premi di risultato. Sentirsi parte di un gruppo, non significa acquistare solo il marchio di quel gruppo. È la stessa società che dovrebbe creare le condizioni affinché i suoi dipendenti scelgano il marchio per cui lavorano. Spesso si fa un discorso di convenienza più che di attaccamento ad un marchio».

Daria De Laurentiis

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