Partorienti in corridoio

Reparto al collasso, 41 ricoverate per 25 posti.

CHIETI. Ginecologia superaffollata, personale allo stremo e pazienti ai limiti della sopportazione. «Nella mia camera siamo in tre, quando dovremmo essere solo in due», dice una donna ricoverata da alcuni giorni, «con le culle dei bambini stiamo molto strette e quando arrivano i parenti nell’orario di visite non si capisce più niente». Ieri erano 41 i pazienti in corsia, tre barelle nel corridoio e persino la stanza soggiorno era adibita a camera di ricovero, con 5 degenti.

«Facciamo quello che possiamo», risponde il direttore del reparto, Marco Liberati, «i disagi sono innegabili ma quel che ci preme è che le pazienti possano godere sempre di alti livelli di assistenza e questo non manca». Il professore riesce a parlare tra un intervento e l’altro.
In corsia ci sono 14 donne che hanno partorito negli ultimi giorni, ma anche tre gravidanze trigemine in osservazione e 6 gemellari. Il resto sono patologie ostetriche e problemi ginecologici di altra natura. Certo è che in corsia c’è tanto da fare e le pazienti si lamentano.
«Riceviamo segnalazioni da stamattina (ieri. ndc)», afferma Aldo Cerulli di Cittadinanzattiva, «il sovraffollamento è evidente, il personale è allo stremo. Non è possibile che un reparto dove arrivano molte donne anche da fuori Asl, non debba avere spazi adeguati».

Il Tribunale del malato, Franco Fois, ieri mattina ha fatto un sopralluogo in corsia, confermando i disagi delle pazienti. «Non capiamo perché l’azienda non organizza meglio i flussi», continua un’altra degente, «a Ortona questo sovraffollamento non c’è».
Nel presidio ortonese, però, che conta 16 posti letto in ostetricia e ginecologia, non se ne stanno con le mani in mano. «Nel 2009 abbiamo avuto 535 parti», dice il direttore sanitario di presidio, Miriam Amodio, «prima eravamo in media sui 300 l’anno. I ricoveri di reparto sono stati in totale 1579, con 815 ordinari e 764 in day-hospital. Circa il 10 per cento in più dell’anno precedente». E’ vero, comunque, che tante mamme preferiscono partorire a Chieti, non importa se devono soffrire qualche disagio per il sovraffollamento.

La presenza della terapia intensiva neonatale rassicura. Se ci sono problemi del bambino, il reparto giusto è a pochi passi. E’ questo, stando agli esperti, uno dei dettagli che gioca sulla scelta del nosocomio teatino. «Entrambi i nostri presidi danno il massimo», afferma il direttore del dipartimento materno-infantile, Francesco Chiarelli, «se i pazienti arrivano, il medico ha il dovere di assisterli e non li può mandare altrove». Certo è che la situazione va affrontata, perché in ginecologia il pienone è ormai prassi e ogni paio di mesi la cronaca torna a registrarlo. «Sanitari che dovrebbero assistere 25 pazienti in corsia», conclude Cerulli, «sono costretti a seguirne dai 35 in su. Si fanno in quattro, sono encomiabili per sforzo e dedizione ma è anche legittimo temere che con questi turni forzati prima o poi scappi l’errore».