Pensionato di Chieti trovato impiccato ai Caraibi

Giallo nella Repubblica dominicana: Fernando Ranni, 72 anni, era legato alla maniglia della porta del residence in cui viveva. Doveva tornare giovedì

CHIETI. Il telefono squilla, sono le 22,30. È una telefonata da Boca Chica, comune della provincia di Santo Domingo: «Fernando è morto», dicono dall’altra parte del telefono. Nel comune dominicano, l'orologio segna le 16,30 circa. È lì, in un condomino del quartiere Conde, che Fernando Ranni, ex professore teatino di 72 anni da tempo residente nella Repubblica Dominicana, è stato ritrovato impiccato alla maniglia di una porta nell’appartamento in cui viveva in affitto.

A ritrovare il corpo è stato il personale del condominio, mentre la polizia del posto indaga, non essendo ancora chiare le dinamiche della vicenda. Fatto sta che ad attendere il 72enne era un volo per l'Italia sul quale avrebbe dovuto imbarcarsi mercoledì, avendo già acquistato il biglietto. Ma non ce l'ha fatta. Perché Ranni, stando ai racconti degli amici, in Italia voleva ritornare, tanto che aveva già venduto il suo appartamento di Boca Chica. Dopo il ritrovamento della salma, a squillare è il telefono della sorella di Ranni. Riceve una telefonata da un'amica di Fernando, che la avverte della tragica notizia. Scoppia la disperazione. E parte una catena di telefonate per capire cosa stia succedendo al di là dell’oceano. «Intorno a mezzanotte e mezza mi ha chiamato il cognato, che mi ha passato poi la sorella di Fernando», racconta l'amico Peppino Desiderio, «mi hanno detto che avevano avuto conferma della vicenda da un avvocato dominicano. Sembra che siano riusciti a contattare la famiglia da Santo Domingo recuperando il numero della sorella dal cellulare di Fernando. A quel punto», continua Desiderio, «ho contattato subito amici comuni di Boca Chica per avere ragguagli. Da lì mi hanno detto che Fernando era stato trovato impiccato. Che in quel momento loro erano vicino a casa sua e che c'era un'ambulanza che lo stava caricando. Anche se in queste situazioni si dicono tante cose, ma come sia andata è cosa tutta da verificarsi». Gli inquirenti del posto continuano ad indagare, rimanendo in costante contatto con la Farnesina, che ha confermato ai familiari il decesso. A quanto si apprende, la salma di Ranni è stata già trasportata nella capitale dominicana.

IL SOGNO SUDAMERICANO. Ex professore di matematica al liceo scientifico Masci, e da tempo in pensione, Ranni da almeno 24 anni faceva la spola tra Santo Domingo e Chieti, trasferendosi all'inizio della sua nuova vita per più di sette anni nella cittadina dominicana. Prima di partire aveva aperto a Montesilvano il ristorante "Italia Novanta", a ridosso della stagione dei mondiali di calcio di quegli anni. Poi la spola e la ripartenza dalla sua città verso il Sud America lo scorso ottobre. Il 72enne sarebbe dovuto atterrare nuovamente in Italia questo giovedì. «Eravamo rimasti d'accordo che ci saremmo visti al Caffè Vittoria il giorno del suo rientro», dice sconvolto Desiderio. Ma a Boca Chica, da pensionato, Ranni aveva continuato a darsi da fare, lavorando per un albergatore italiano e gestendo tutto il reparto contabile dell'attività. Tuttavia mantenne casa nella sua città natale in via Papa Giovanni, ed era qui che Ranni sarebbe voluto tornare.

IL GIALLO D'OLTREOCEANO. La notizia è apparsa su diversi siti d’informazione del posto, tra cui El Caribe, Diario Libre e CocNoticias.com. La causa del decesso sarebbe dovuta ad «asfissia meccanica», avrebbe fatto sapere il medico legale che si sta occupando della vicenda. Ma per gli inquirenti locali le dinamiche sono ancora tutte da chiarire.

Quello di Fernando Ranni resta un caso tutto avvolto nel mistero e che si sviluppa fra le zone del quartiere Conde. Una strada fra le più antiche e famose dell'area di Santo Domingo, via che si estende per oltre un chilometro dal Parque Independencia, il terminal e capolinea del bus che fa servizio tra Boca Chica e la capitale, e che arriva fino al Parque Colón con la prima cattedrale delle Americhe. Da qui si arriva a piazza Di Spagna, con la casa di Colombo, nel centro della Zona coloniale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA