Pestato per 170 euro: in due sotto accusa 

Il giovane, rapinato in strada e ferito alla testa, è finito in ospedale. Ora il pm chiede il rinvio a giudizio

CHIETI. Lo hanno preso a calci e pugni in strada, ferendolo anche alla testa, pur di impossessarsi di 170 euro. Due giovani bengalesi – Mohammed Sofiul Islam, 25 anni, e Mohammed Rabbe, 21 – sono accusati di rapina e lesioni personali nei confronti di un connazionale. Il sostituto procuratore Giuseppe Falasca ha firmato nei loro confronti la richiesta di rinvio a giudizio dopo che i responsabili del pestaggio dello scorso 5 novembre sono stati identificati dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Chieti. L’udienza preliminare, davanti al giudice Luca De Ninis, è in programma il 7 maggio.
Sia la vittima di 25 anni che gli imputati risultano domiciliati nel Villaggio della Speranza, a Brecciarola, la più grande struttura d’Abruzzo per la solidarietà in cui le suore della Fondazione Figlie di Gesù e di Maria accolgono migranti, ragazze madri, bimbi orfani e persone rimaste senza un tetto. L’episodio è avvenuto in via Cigno, nelle vicinanze del concessionario Gost moto. La vittima è crollata a terra dopo essere stata colpita su testa, gambe e braccia: i violenti, secondo la ricostruzione dell’accusa, sono entrati in azione con l’obiettivo di derubarlo, considerando che gli hanno portato via tutti i soldi che aveva con sé. L’allarme è scattato quando il venticinquenne, ferito e visibilmente dolorante, è tornato nella struttura in cui vive in via per Popoli. A quel punto il giovane ha deciso di farsi curare all’ospedale Santissima Annunziata: qui il paziente, che non ha mai perso conoscenza nonostante le botte, ha raccontato a medici e infermieri il pestaggio di cui è rimasto vittima. Le contusioni da lui riportate sono state giudicate guaribili in sette giorni. Le indagini dei carabinieri sono partite immediatamente e hanno consentito di dare nomi e volti agli autori dell’aggressione. Sono scattate anche le aggravanti del «concorso di più persone riunite» e di aver procurato le lesioni al fine di rapinare la vittima. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Corradino Marinelli e Gaetano Di Stefano. (g.let.)
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