Picchiano il compagno: minori arrestati 

Violenze a scuola: obbligo di permanenza a casa per due bulli di 15 e 16 anni. Gli altri studenti collaborano con i carabinieri

VILLA SANTA MARIA. Per quasi due mesi hanno reso un inferno la vita di un loro compagno di classe, deriso, minacciato e picchiato davanti agli altri ragazzi. Qualcuno lo ha difeso dai bulli, ma per paura nessuno ha denunciato quello che accadeva a preside e insegnanti. Gli studenti hanno, però, parlato davanti ai carabinieri, confermando la denuncia della madre del ragazzino vessato. Per i due bulli di 15 e 16 anni, uno di Vasto e l’altro di Loreto Aprutino, è scattata la misura cautelare della permanenza in casa, una sorta di arresti domiciliari per minorenni.
PRIMA GLI SCHERNI. Teatro dei soprusi è l’istituto alberghiero di Villa Santa Maria, dove i tre adolescenti erano iscritti al primo anno. Fin dall’inizio la nuova avventura scolastica per Mario (il nome è di fantasia), 15enne del Frentano, si mette in salita. Il ragazzino è affetto da ritardo cognitivo, condizione che dà la stura ai due bulli per prese in giro e dispetti. Usano epiteti offensivi, lasciano scritte e disegni osceni sul suo diario. Con il passare dei giorni scherzi e scherni si trasformano in veri e propri atti di bullismo.
POI LE VIOLENZE. Gli episodi più pesanti si registrano tra fine ottobre e inizi di novembre del 2017. Le violenze, a cui Mario viene sottoposto in classe, avvengono durante i cambi d’ora e la ricreazione. I due bulli lo prendono a schiaffi, gli sbattono la testa sul banco. Lo portano sulla scala antincendio e lo riempiono di calci, colpendo anche le parti intime. In un caso Mario è costretto a fare ricorso alle cure del Pronto soccorso: i medici riscontrano contusioni alle costole, una distorsione del rachide cervicale ed ecchimosi da aggressione. La prognosi è di 7 giorni. I bulli si presentano a scuola perfino con un coltellino svizzero, che puntano contro la pancia di Mario. E continuano a incutergli terrore anche da casa, con minacce sui social e sulla chat di classe creata su Whatsapp. «Se ti presenti a scuola ti picchiamo fino a farti sputare sangue dalla bocca», avrebbe detto uno dei due aggressori in un messaggio vocale.
IL RACCONTO ALLA MADRE. Non passa inosservato, a casa, il disagio del ragazzino che, spaventato, dice di non voler più andare a scuola. Allarmata la madre riesce, dopo insistenze, a stabilire un dialogo col figlio, che a quel punto racconta angherie e violenze, mostrando anche i lividi sul corpo. La donna denuncia tutto ai carabinieri. Le indagini sono svolte dai militari di Villa Santa Maria, guidati dal comandante Fabio Di Toro Mammarella. I carabinieri ascoltano i compagni di classe, testimoni di violenze e soprusi subiti da Mario. Convocati in caserma con i genitori, i ragazzi si sentono al sicuro e parlano, confermando gli atti di bullismo.
LA DENUNCIA. Individuati i due aggressori, i carabinieri acquisiscono i messaggi Whatsapp e i disegni sul diario della vittima. I due adolescenti vengono denunciati al Tribunale dei minori dell’Aquila, che nei giorni scorsi ha deciso la misura della permanenza in casa per atti persecutori, violenza aggravata e continuata e lesioni aggravate. Nei prossimi giorni i minori, già sospesi dalla scuola, saranno interrogati. Mario intanto, per volere della madre, ha cambiato scuola. «L’attenzione è alta», dice il capitano della compagnia dei carabinieri di Atessa Marco Ruffini, «cerchiamo di mantenere un contatto costante con tutte le istituzioni scolastiche».
LE REAZIONI. «Questi bulli vanno puniti. Basta con il buonismo», commenta gli ultimi gravi episodi, tra cui quello di Villa Santa Maria, Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato ed esponente della Lega.
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