Picchiata a sangue dal marito-padrone 

La donna chiede un ambiente protetto ma le case non ci sono

VASTO . I lividi sul suo corpo raccontavano il dramma vissuto. Ha trovato il coraggio di denunciare la violenza subita ed ha chiesto un rifugio. Purtroppo non è stato possibile accontentare la richiesta. Un dramma, quello vissuto da una donna di Vasto, vittima della violenza del compagno, che ha avuto come testimone l’eurodeputata al Parlamento europeo del gruppo EFDD, Daniela Aiuto. Toccata dalla vicenda, la rappresentante politica ha diffuso una nota stigmatizzando l’assenza di protezione per le vittime della violenza.
«Lo Stato può dare un aiuto concreto ad una donna picchiata dal marito? Spesso la risposta è no. Questa mattina (ieri per chi legge, ndc), a Vasto, ho assistito ad un episodio toccante: una donna, con evidenti segni di percosse, chiedeva aiuto agli assistenti sociali. Cercava semplicemente un ambiente protetto, dove rifugiarsi, lontana dal marito “pugile” (bestia), stanca di subire continue violenze, non solo fisiche», racconta Daniela Aiuto.
«L’epilogo? Per questa donna non è stato possibile fare nulla. Esatto, nulla. Incredibile, vero? I Centri anti-violenza, in una città di medie dimensioni come Vasto, non hanno alloggi per ospitare le donne che scappano di casa in conseguenza degli abusi e delle percosse. Nelle grandi città ce ne sono, ma evidentemente nei centri minori come Vasto, no», rimarca l’europarlamentare.
Eppure dal 2010 ad oggi la struttura aperta dal Comune contro la violenza sulle donne ha registrato oltre 600 contatti (cioè persone che hanno chiesto informazioni) e ha preso in carico più di settanta donne vittime di abusi, maltrattamenti e stalking, residenti a Vasto e nel circondario. Le vittime hanno un'età che va dai 20 ai 60 anni.
«La violenza sulle donne, oltre ad essere un reato gravissimo, troppo spesso è il campanello d’allarme del rischio femminicidio, rimarca la Aiuto. All'estero durante le mie missioni con la commissione Femm (diritti della donna e uguaglianza di genere); nei centri antiviolenza ci sono case dove le donne, spesso accompagnate da minori in età scolare, possono rifugiarsi per allontanarsi da un compagno violento. Luoghi sicuri. L’Italia deve fare di più per le donne. Ogni città sopra i 15.000 abitanti come Vasto dovrebbe avere un Centro per accogliere le vittime delle violenze domestiche, proprio perché sono gli episodi che accadono in provincia quelli che spesso rimangono nel silenzio, nell'omertà, e che consentono ai carnefici di continuare ad agire indisturbati».
Daniela Aiuto ritiene che molto si potrebbe fare con i fondi strutturali messi a disposizione dall’Europa (per esempio il Fondo sociale europeo, gestito dalla Regione), «ma negli ultimi anni abbiamo assistito al proliferare di “punti di ascolto” per le vittime di violenze, spesso creati dentro uffici comunali, con personale non sempre all’altezza», accusa Daniela Aiuto.
Per l’europarlamentare non basta dire “il nostro Comune è woman-friendly”, le donne che subiscono violenze domestiche hanno bisogno di ben altro che di un semplice sportello di ascolto. «Le istituzioni, a tutti i livelli devono comprendere che la tutela della donna e della famiglia, oggi pressoché assente in Italia, passa anche attraverso strumenti che le proteggano concretamente quando con coraggio chiedono aiuto», insiste Daniela Aiuto.
Un chiaro invito alla Regione ad utilizzare il fondo sociale europeo per la realizzazione in città di un rifugio dove possano essere protette anche le donne di Vasto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA