Pilkington, le pensioni evitano 60 esuberi 

San Salvo. Di Cola (Filtcem-Cgil): ma “quota 100” non può essere una soluzione, qualcuno potrebbe rinunciare 

SAN SALVO. Tempo di bilanci alla Pilkington. Il piano industriale sta dando buoni risultati. Il calo del mercato auto non giova all’azienda e restano una settantina di esuberi da gestire. A fine anno, tuttavia, 60 lavoratori, grazie a «quota 100» potrebbero andare in pensione. La scelta è del lavoratore. Se accettassero tutti, alla Pilkington il numero di esuberi si ridurrebbe sensibilmente. Sono alcuni particolari emersi la scorsa settimana dall’incontro che la dirigenza della multinazionale dei vetri auto ha avuto con i rappresentanti sindacali. La crisi dell’auto nel 2018 ha provocato una brusca diminuzione di ordinativi, ma gGli investimenti programmati procedono speditamente e presto i dirigenti daranno ai sindacati delle risposte sui nuovi prodotti. La spinta verso l’auto elettrica, e la guerra commerciale Usa-Cina, non fanno bene al mercato. Ford e Jaguar Land Rover hanno annunciato importanti tagli nelle loro attività europee. Inevitabili le ripercussioni. Fortunatamente, il colosso vetrario è riuscito a conquistare gli ordinativi delle vetrature della Fiat 500 con motore elettrico. Questo dovrebbe compensare i problemi provocati dalla crisi Ford e Land Rover. In un mercato internazionale sempre più in affanno, il colosso industriale, grazie all’impegno dei lavoratori continua ad avere le sue soddisfazioni. Ma gli esuberi, in casa Pilkington, restano una problematica da risolvere con urgenza, nonostante il trasferimento in fabbrica della manutenzione prima data all’esterno. «I prepensionamenti non possono essere considerati una soluzione», dice Emilio Di Cola, segretario provinciale della Filtcem-Cgil. I sindacati preferiscono mantenere un atteggiamento prudente. «I lavoratori che potrebbero andare in pensione sono una sessantina ma, per il momento, si tratta di una scelta che solo loro possono prendere. Nessuno può obbligarli. Gli aventi diritto potrebbero preferire di restare al lavoro. Con i colleghi di Cisl e Uil abbiamo verificato che sono stati mantenuti i progetti e gli investimenti sono stati fatti al 75%. L’attenzione è comunque alta e ci saranno altri incontri nel corso dei quali verificheremo anche i progetti». Pilkington Italia sta cercando di compensare in tutti i modi il calo di ordinativi del settore auto. Dallo scorso autunno il colosso si occupa anche dei nuovi ordinativi della Ferrari e della holding del gruppo Fca, di cui fa parte la Maserati. Alla Primo, l’azienda satellite di Pilkington che produce parabrezza, sono in produzione i parabrezza ad alta tecnologia della casa automobilistica di Maranello. (p.c.)
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