case ater senza manutenzione

Pioggia di calcinacci e crepe Torna la paura a Punta Penna

VASTO. La diagnosi era già stata fatta un anno fa al termine di un sopralluogo disposto dal prefetto Fulvio Rocco De Marinis. Alla diagnosi, però, non sono seguite cure adeguate. Venerdì scorso...

VASTO. La diagnosi era già stata fatta un anno fa al termine di un sopralluogo disposto dal prefetto Fulvio Rocco De Marinis. Alla diagnosi, però, non sono seguite cure adeguate. Venerdì scorso alcune famiglie che abitano nelle palazzine Ater di Punta Penna hanno chiesto aiuto ai vigili del fuoco. Sulle loro teste è caduta una pioggia di calcinacci e non solo.

«Per il momento cade l’intonaco. Prima o poi crollerà il soffitto», hanno dichiarato disperati i residenti mostrando i risultati del misuratore lasciato da un perito negli appartamenti. In nove mesi alcune crepe si sono allargate di 2 centimetri. Il grado di criticità e fatiscenza dei fabbricati di Punta Penna è tale da risultare evidente all'occhio del visitatore. È necessaria una cura rapida per evitare il cedimento delle strutture.

Qualche mese fa lo stesso sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, aveva chiesto l’intervento del prefetto e insieme a lui lo aveva fatto il compianto dirigente dell’Ufficio servizi del Comune, Ignazio Rullo. Quaranta famiglie hanno paura di dover lasciare le loro case da un momento all’altro. I sondaggi fatti qualche mese fa e le prove del calcolo statico eseguite sulle strutture portanti dei fabbricati di fronte al faro del porto hanno dato una risposta rassicurante. Ma la situazione peggiora di giorno in giorno e le crepe si allargano.

Se non si interviene immediatamente con un adeguato intervento di manutenzione si rischia di arrivare a un punto di non ritorno. Alcuni alloggi sono in affitto, altri sono stati acquistati dai privati. Questi ultimi dovranno contribuire alle spese. Non sarà semplice. La crisi ha dissestato anche i bilanci familiari. L’intervento di ristrutturazione si presenta piuttosto importante. «Almeno mettete le nostre case in sicurezza», chiedono le famiglie.

In diversi punti si sono verificate implosioni e il ferro che arma le strutture è corroso. L'armatura non sembra più così sicura. L’umidità e la salsedine marina non aiutano. Il villaggio venne realizzato all’ombra del faro negli anni 70. Per un ventennio è sempre stato grazioso e pulito. Poi è iniziato il degrado. Le palazzine sono in pessime condizioni.

«Ora non riusciamo più neppure a sederci a tavola in tranquillità per paura di veder crollare il soffitto», racconta un’anziana inquilina. Ad aggravare la situazione ci sono vistose infiltrazioni di acqua che attraversano le pareti e si depositano sotto gli infissi. La caduta degli intonaci è sintomatica. (p.c.)

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