Pista ciclabile nell’Oasi Dubbi sul percorso franoso

Vertice tra le associazioni cittadine per discutere il progetto dell’assessore Marra Salvatorelli (Arci): siamo favorevoli, ma la zona dell’ex tracciato è dissestata

VASTO. Tutti favorevoli alla pista ciclabile della riserva di Punta Aderci, ma ci sono perplessità sul tracciato, parte del quale costeggia una zona franosa. Le associazioni cittadine, riunite ieri sera per discutere del progetto illustrato sabato scorso dall’assessore alla mobilità Marco Marra e dai tecnici comunali, sollevano dubbi sul percorso ciclabile che inizia a Casalbordino, attraversa longitudinalmente la riserva naturale di Punta Aderci, per terminare nella zona industriale. In tutto sette chilometri di lunghezza. Il costo totale dell’opera è di 2 milioni e 200mila euro, finanziati con fondi provenienti dal Patto Trigno-Sinello. La pista verrà realizzata in conglomerato ecologico, con legnami provenienti da foreste certificate e con pietrame naturale proveniente da cave.

Per l’amministrazione comunale si tratta di un’opera strategica per la crescita del turismo-natura e per attirare nuovi flussi turistici. Le associazioni cittadine, dal canto loro, chiedono che vengano rispettate alcune condizioni. «Siamo favorevoli, ma ci sono perplessità legate al tratto che costeggia il vecchio tracciato ferroviario», attacca Lino Salvatorelli, da poco nominato presidente regionale dell’Arci, «quella zona è completamente dissestata: ci sono smottamenti che richiedono interventi di risanamento per i quali non mi sembrano siano disponibili risorse finanziarie sufficienti. Il rischio che si corre nell’aprire un cantiere è grosso», aggiunge Salvatorelli che mette anche in guardia su altri aspetti, come quello della non conformità di parte del percorso con il Piano di assetto naturalistico (Pan) della riserva.

«Non è un progetto definitivo», commenta dal canto suo l’assessore Marra, «il convegno di sabato scorso è stato organizzato proprio per raccogliere suggerimenti, oltre a quelli che abbiamo già tenuto in debito conto nella redazione dell’elaborato tecnico. Tutte le proposte delle associazioni sono state accolte», prosegue l’assessore, «mi riferisco alla passerella di legno che è stata stralciata e alla staccionata rimasta solo in alcuni punti. Con quei soldi interverremo nei punti dissestati, sperando di poter trovare in futuro altre risorse aggiuntive».

L’altro problema è quello della manutenzione che, a ben guardare le piste ciclabili di Vasto Marina e del Vallone Lebba, resta finora irrisolto. Su quest’ultimo percorso, in stato di completo abbandono, si registra una interrogazione di Davide D’Alessandro. «La pista ciclabile di Vallone Lebba è un monumento allo spreco», sostiene il consigliere comunale indipendente, «sono stati spesi circa 600 mila euro, di cui ben 137 mila per la cartellonistica. Tra le varie voci di spesa, ce ne sono alcune che ritengo assolutamente assurde e fuori luogo, come la produzione video del costo di 37mila euro. Al sindaco di Vasto chiedo se ritiene giusto aver speso tutti questi soldi pubblici per un percorso mai inaugurato e che versa in condizioni fatiscenti e impraticabili, quali misure intende adottare per correre - mai verbo fu più adeguato - ai ripari e quando vorrà mettere a disposizione dei cittadini vastesi tutto il materiale - guide, mappe, foto - prodotto per questa colossale opera che non ha mai visto la luce».

Anna Bontempo

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