Pistole e proiettili in casa: arrestato
Armi e munizioni nascoste da un imprenditore nel forno e nella caldaia
VASTO. Le pistole nel forno e le munizioni nella caldaia. Blitz dei carabinieri all'ora di cena alla Marina a casa di un imprenditore edile calabrese, Rocco Perrello, 32 anni, incensurato. Al posto del pollo i militari hanno trovato nel forno della cucina due pistole con la matricola abrasa e 5 caricatori. Insolito anche il contenuto dello scaldabagno: 144 proiettili calibro 7,65 e calibro 9.
Rocco Perrello è finito nel carcere di Torre Sinello con l'accusa di detenzione illegale di armi e munizioni. «Non c'entra nulla con i tre colpi di pistola esplosi in aria in via Zara una settimana fa», puntualizzano i carabinieri. «Il blitz a casa di Perrello, in un elegante condominio di contrada San Tommaso, rientra in un'operazione di prevenzione a largo raggio disposta dal comando provinciale dell'Arma». Una decina le perquisizioni domiciliari compiute negli ultimi giorni sulla riviera. Martedì sera i militari hanno bussato alla porta dell'imprenditore edile calabrese.
Impossibile riuscire a scoprire perché gli investigatori abbiano scelto quell'appartamento piuttosto che un altro. Probabile una soffiata. Certo è che forse neppure i militari immaginavano di trovare nel forno di un uomo descritto dai vicini come "padre premuroso" e "persona riservata e tranquilla" due pistole con matricola abrasa. E non solo quelle. Custodito in un cassetto Perrello teneva un grosso coltello di genere proibito e nell'intercapedine della caldaia una nutrita scorta di munizioni: 144 proiettili calibro 7,65 e calibro 9.
Armi e munizioni sono state sequestrate e inviate ai laboratori del Ris di Roma. La Procura ha aperto un'inchiesta. Tante le domande a cui gli investigatori cercano di dare una risposta. Al momento non si conosce la provenienza del materiale. Da chiarire come mai si trovasse a casa del costruttore e perchè. L'imprenditore, che è incensurato e non è mai stato coinvolto in vicende inquietanti, non ha voluto giustificare in alcun modo il possesso delle pistole.
Chiuso in un ostinato mutismo si è lasciato ammanettare e condurre nel carcere di Torre Sinello, a Punta Penna. Un atteggiamento che preoccupa ancora di più gli inquirenti. Sembra da escludere l'ipotesi del possesso di armi e munizioni in casa per difesa personale. Le pistole e i proiettili potrebbero non appartenere a Perrello. Ma se così fosse, di chi sono? Questa mattina l'indagato dovrebbe essere interrogato in carcere dal giudice per le indagini preliminari. Ma il costruttore potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.
Rocco Perrello è finito nel carcere di Torre Sinello con l'accusa di detenzione illegale di armi e munizioni. «Non c'entra nulla con i tre colpi di pistola esplosi in aria in via Zara una settimana fa», puntualizzano i carabinieri. «Il blitz a casa di Perrello, in un elegante condominio di contrada San Tommaso, rientra in un'operazione di prevenzione a largo raggio disposta dal comando provinciale dell'Arma». Una decina le perquisizioni domiciliari compiute negli ultimi giorni sulla riviera. Martedì sera i militari hanno bussato alla porta dell'imprenditore edile calabrese.
Impossibile riuscire a scoprire perché gli investigatori abbiano scelto quell'appartamento piuttosto che un altro. Probabile una soffiata. Certo è che forse neppure i militari immaginavano di trovare nel forno di un uomo descritto dai vicini come "padre premuroso" e "persona riservata e tranquilla" due pistole con matricola abrasa. E non solo quelle. Custodito in un cassetto Perrello teneva un grosso coltello di genere proibito e nell'intercapedine della caldaia una nutrita scorta di munizioni: 144 proiettili calibro 7,65 e calibro 9.
Armi e munizioni sono state sequestrate e inviate ai laboratori del Ris di Roma. La Procura ha aperto un'inchiesta. Tante le domande a cui gli investigatori cercano di dare una risposta. Al momento non si conosce la provenienza del materiale. Da chiarire come mai si trovasse a casa del costruttore e perchè. L'imprenditore, che è incensurato e non è mai stato coinvolto in vicende inquietanti, non ha voluto giustificare in alcun modo il possesso delle pistole.
Chiuso in un ostinato mutismo si è lasciato ammanettare e condurre nel carcere di Torre Sinello, a Punta Penna. Un atteggiamento che preoccupa ancora di più gli inquirenti. Sembra da escludere l'ipotesi del possesso di armi e munizioni in casa per difesa personale. Le pistole e i proiettili potrebbero non appartenere a Perrello. Ma se così fosse, di chi sono? Questa mattina l'indagato dovrebbe essere interrogato in carcere dal giudice per le indagini preliminari. Ma il costruttore potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.
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