Preso il rapinatore delle Poste Ora si cercano mitra e pistole 

Antonio Lerino, 26 anni, arrestato dalla squadra mobile e rinchiuso in carcere: è in isolamento totale L’accusa: ha nascosto pericolose armi, anche da guerra. S’indaga per trovare i complici e l’arsenale

CHIETI. È rinchiuso nel carcere di Chieti, in isolamento totale, da sabato sera. Antonio Lerino, 26 anni di Manoppello, è stato arrestato dalla squadra mobile teatina per la rapina messa a segno alle Poste di Brecciarola lo scorso 16 ottobre. Ma l’inchiesta non si ferma: adesso è caccia alle armi – «anche da guerra» – che l’indagato, insieme ad altri, avrebbe nascosto in un luogo ancora sconosciuto. È questa la tesi sostenuta dal pubblico ministero Giuseppe Falasca e condivisa dal giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis, che ha vietato all’arrestato qualsiasi contatto pure all’interno della casa circondariale di Madonna del Freddo. Il timore degli inquirenti è che, nel corso dei colloqui con altri detenuti, Lerino possa fornire indicazioni utili per trasferire le armi. Durante oltre un mese di indagini, infatti, sono emersi indizi tali da far ipotizzare alla polizia che il 26enne e i suoi complici abbiano la disponibilità di almeno due pistole e una mitragliatrice da guerra.
L’ASSALTO ALLE POSTE. Tutto questo porta il giudice a ritenere che fossero veri anche i revolver utilizzati da Lerino e da un altro uomo, al momento sconosciuto, durante l’assalto all’ufficio postale di via Aterno. Quella mattina i rapinatori, con il volto coperto da caschi e maschere di carnevale, hanno fatto irruzione nel locale alla presenza di clienti e dipendenti, portando via 725 euro trovati in cassa e il portafoglio della direttrice con 160 euro. Subito dopo, sono fuggiti in direzione di Manoppello a bordo di un motorino Scarabeo Aprilia di colore blu, rubato a Pescara, in via Regina Margherita, due giorni prima del colpo. Uno dei clienti è riuscito ad appuntare parzialmente la targa.
LA SVOLTA. Così, a distanza di qualche ora, lo scooter è stato trovato e sequestrato in un garage di Manoppello nella disponibilità di Lerino e della madre. Ma ad incastrare il rapinatore c’è anche il racconto di un testimone che aveva notato l’indagato seduto sul motorino poi rubato e utilizzato per il raid alle Poste.
LE TELECAMERE. Dalle ulteriori indagini degli uomini del vice questore Miriam D’Anastasio sono emersi elementi che hanno portato la procura a chiedere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le immagini delle telecamere hanno confermato che i caschi indossati dai rapinatori erano «perfettamente compatibili» con quelli custoditi all’interno dello Scarabeo sparito in centro a Pescara.
CHI È L’ARRESTATO. Il giudice considera Lerino un personaggio di «particolare pericolosità». Già in passato, infatti, il giovane di Manoppello è finito nei guai per furto, rapina, rissa e ricettazione. Ed è stato arrestato, nel 2014, perché ritenuto responsabile dei colpi al supermercato Eurospin di Manoppello, alla farmacia Perrucci di Pescara e al negozio Todis di Sambuceto: per l’accusa, insieme con altri quattro uomini, faceva parte di una banda che – dopo le rapine – fuggiva a bordo di una monovolume. Di conseguenza, è concreto il «pericolo di reiterazione di gravi reati con uso di armi e di violenza contro le persone». Questo anche alla luce della «continua frequentazione di pregiudicati».
NIENTE CONTATTI. Il gip ha disposto che l’indagato rimanga per tre mesi «in regime di isolamento continuo», ovvero sia notturno che diurno. Misure meno gravi, infatti, potrebbero favorire «l’occultamento e la protrazione della detenzione illecita delle armi». Pistole e mitragliatrice che, per l’accusa, potrebbero essere utilizzate dai complici di Lerino per nuove azioni criminali. Ecco perché l’inchiesta è adesso finalizzata a individuare l’arsenale.
L’INTERROGATORIO. Domani mattina Lerino, difeso dall’avvocato Cesare Borgia, potrà fornire la sua versione dei fatti durante l’interrogatorio di garanzia.
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