Prestiti con tassi del 122% In due sotto processo

Rinvio a giudizio per gli indagati del secondo filone dell’operazione “Cipollaro” Ingenti somme di denaro date a commercianti in momenti di difficoltà

LANCIANO. Dovranno difendersi dall’accusa di usura Felice Di Fazio, 55 anni, di Lanciano, e Alfredo Toro, 31 anni, residente a Pescara e spiegare la provenienza di migliaia di euro che alcuni commercianti dicono di aver pagato come rimborso per soldi che i due avrebbero prestato loro in un momento di difficoltà. E dovranno farlo nel processo che si aprirà il 12 novembre prossimo di fronte al collegio. Il processo che si andrà ad aprire sarà un secondo filone dell’inchiesta nata in seguito all’operazione Cipollaro, condotta dalla Procura e dal commissariato di polizia tra il 2010 e il 2011, che scoprì un giro di usura e truffa da 350mila euro. Nell’operazione ci fu l’arresto di Di Fazio e Toro con le accuse di usura e associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Da qui è nato un primo filone giudiziario che ha portato nel maggio 2013 Toro a patteggiare dal Gup tre anni e tre mesi di reclusione e 4.500 euro di multa, mentre Di Fazio finire a processo insieme ad altri 11 imputati. Processo che si aprirà il 18 giugno prossimo.

A novembre, invece, si aprirà questo secondo filone, in cui viene contestata solo l’usura. Stando all’accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Ruggiero Dicuonzo di fronte al giudice Massimo Canosa,un episodio di usura sarebbe in concorso tra Di Fazio e Toro “che, per il presunto prestito di 4 mila euro a un commerciante in difficoltà, avvenuto nel febbraio 2010, si sarebbero fatti consegnare due assegni da 2.800 e 3.200 euro, incassati da un parente di Di Fazio, con un tasso usuraio del 122%». Di Fazio, poi, risponde da solo di altri 4 presunti prestiti a interessi considerati dall’accusa usurari a 6 commercianti della zona e minacce verso uno di questi per riavere i soldi prestati. Avrebbe prestato soldi per centinaia di migliaia di euro - per l’accusa cifra diverse che vanno da 2.400 euro a 101mila euro, passando per altri prestiti da 16mila e 56.200 euro - pattuendo poi un rientro a tassi usurai fino al 230%. Ad esempio “Di Fazio per un prestito di 56.200 euro tra il 2009 e il 2010 si faceva consegnare titoli per un importo di 182.364 euro, di cui 9mila incassati, con un tasso usurario del 139%”.

E nel processo si dovranno ricostruire questi prestiti, gli interessi applicati e i soldi effettivamente riottenuti dai commercianti che sarebbero inferiori a quelli prestati.

Teresa Di Rocco

©RIPRODUZIONE RISERVATA