Prg, il Consiglio di stato boccia la linea del Comune

Le norme tecniche vanno sottoposte alla valutazione ambientale strategica Accolto dai magistrati uno dei cinque ricorsi presentati da ditte private

VASTO. Le norme tecniche del piano regolatore vanno sottoposte alla valutazione ambientale strategica. Dà torto al Comune il Consiglio di stato che, nell’allinearsi alla pronuncia del Tar di Pescara, ribadisce la necessità di un passaggio che l’amministrazione guidata dal sindaco Luciano Lapenna aveva inizialmente omesso, non ritenendolo necessario, ma a cui in seguito ha dovuto far ricorso per evitare l’annullamento delle norme.

E’ dei giorni scorsi il verdetto dei magistrati di Palazzo Spada che hanno depositato ben cinque sentenze, aventi tutte per oggetto le tanto contestate norme tecniche, quelle che, secondo la maggioranza di centrosinistra, avrebbero dovuto rimettere ordine nel caos urbanistico prodotto dal piano regolatore partorito durante le precedenti amministrazioni di centrodestra. In tutti e cinque i casi giunti all’attenzione dei giudici romani erano stati dei privati (società immobiliari e imprese) a chiedere che la normativa tecnica venisse annullata. Solo uno dei cinque ricorsi è stato accolto dai magistrati romani, cioè quello presentato dalla Icem snc di cui è legale rappresentante Michele Monteferrante. L’imprenditore vuole costruire un albergo all’Incoronata, a nord della città. Sono stati rigettati invece i ricorsi presentati da Modulo 4 srl, Sapi, Immobiliare Bontempo e Immobiliare Frutteto.

È una querelle che tiene banco da tempo quella che il Consiglio di stato ha dovuto dirimere con una sentenza che rinfocolerà le polemiche sulla pianificazione territoriale. Risale a due anni fa il clamoroso verdetto dei giudici amministrativi pescaresi che, accogliendo i ricorsi di alcuni imprenditori, annullò le norme tecniche del piano regolatore varate nell’ottobre del 2007 sul presupposto che le stesse non erano state sottoposte alla valutazione ambientale strategica. In sostanza il Tar ha ritenuto che la modifica delle norme tecniche di attuazione, con una riduzione generalizzata degli standard edilizi, comporta palesemente un riassetto generale della pianificazione comunale, per cui è necessario il vaglio dell’impatto ambientale e la verifica della conformità dello strumento urbanistico ai piani sovraordinati. In altri termini, la variante al piano regolatore generale doveva essere assoggettata alla Vas, valutazione che secondo il Comune non era invece necessaria nonostante fosse stata espressamente richiesta dalla Provincia. Tesi che i giudici romani non hanno condiviso.

Anna Bontempo

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