le consultazioni del centrosinistra

Primarie, il voto è un flop Solo in 180 nei seggi

LANCIANO. Sono state un flop, nel Frentano, le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. Affluenza ai minimi storici in quasi tutti i seggi allestiti nel...

LANCIANO. Sono state un flop, nel Frentano, le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. Affluenza ai minimi storici in quasi tutti i seggi allestiti nel comprensorio. A Lanciano il numero dei votanti di domenica è lontanissimo da quello delle primarie dello scorso dicembre, 1.374 elettori per scegliere il nuovo segretario del Pd, Matteo Renzi, oppure dai 1.588 dell’anno precedente per Pierluigi Bersani. A votare sono domenica state 180 persone: 130 hanno scelto Luciano D’Alfonso (Pd), 31 Franco Caramanico (Sel), mentre 8 voti sono andati al candidato dell’Idv, Alfonso Mascitelli.

Negli altri centri del comprensorio non è andata meglio. Ad Atessa hanno votato in 96, a Paglieta poco meno di 50. A Casoli D’Alfonso l’ha spuntata per 15 voti su Caramanico (57 a 42), con 102 votanti totali. A Fossacesia i 73 votanti hanno consegnato una larga vittoria a D’Alfonso (62 preferenze); a Rocca San Giovanni, 28 votanti in totale, l’ha spuntata invece Caramanico con 17 voti.

Nel circolo dell’Aventino, che comprende i comuni di Lama dei Peligni, Taranta Peligna, Colledimacine, Lettopalena, Fara San Martino e Civitella Messer Raimondo, sono stati 137 i votanti: 109 preferenze sono andate all’ex sindaco di Pescara, una all’esponente dell’Idv e 27 a quello di Sel. Bisogna andare a San Vito per trovare un numero più consistente di votanti, 263: ben 251 hanno accordato il loro gradimento al candidato del Pd, con Mascitelli che si è piazzato secondo.

Consapevoli della debacle sono, innanzitutto, i segretari di circolo. «Sono diversi i motivi di una così bassa partecipazione», scrivono in una nota congiunta Leo Marongiu (Lanciano), Andrea Di Cola (Atessa), Sonia Della Rocchetta (Paglieta), Andrea Fini (Casoli) e Tiziana Di Renzo (Aventino), «sicuramente l’eccessivo ricorso allo strumento delle primarie, specie quando non vengono avvertite come competitive, scoraggia una numerosa partecipazione. A Lanciano e nel Sangro-Aventino, inoltre, c’è l’esigenza di guadagnarsi, dopo tempo, una rappresentanza istituzionale importante del territorio. Questa assenza da anni alimenta il senso di sfiducia». (s.so.)

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